Coronavirus. Gabriella Perusia: in futuro danni da stress prolungato e da paura, più xenofobia e aggressività. Covid-19

ROMA - Il Paese, i suoi cittadini, dai più grandi ai più piccoli, tutti stiamo vivendo dei momenti di stress. Ognuno, in questa fase di isolamento assoluto, cerca di aggrapparsi a qualcosa o a qualcuno. Ore di vita diverse vissute tra chi è solo, chi ha una famiglia e vive in compagnia, per gli anziani costretti alla solitudine.

Ho interpellato Gabriella Perusia (psicologa-psicoterapeuta, ex sanitaria ospedaliera) per cercare di comprendere meglio l'oggi, ma in modo particolare il domani: le nostre reazioni, i nostri cambiamenti, la vita in quella che potrebbe configurarsi come una vera e propria nuova Italia.

Dottoressa Perusia, cosa prevede per il dopo Covid-19? Dal punto di vista psicologico, come sarà per noi il Day After?

Dopo un'iniziale esultanza, vedremo i danni da stress prolungato e da paura per il futuro. Aumenteranno le patologie depressive e i disturbi d'ansia. Senza contare ciò che si è già aggravato.

Parecchi italiani non rispettano le regole imposte dalle Autorità. Lei pensa che dipenda anche da un certo equilibrio psico-fisico?

No, siamo un popolo diviso in due, dal disobbediente e narcisista, all'ossessivo paranoide: la sanità sta nel mezzo. È difficile per le persone gestire prudenza e libertà in contemporanea. Quindi facilmente possiamo vedere il passaggio da un'estremizzazione a un'altra.

Un bambino avverte o non avverte questo periodo di restrizione? Cosa accade nella testa di un piccolo?

In quanto ai bambini - possiamo ritenerli tali da 0 a 10 anni - tutto dipende dal comportamento genitoriale. Se i genitori tendono a essere ipocondriaci, anche i bambini per apprendimento operante tenderanno a essere più sensibili ai segnali del proprio corpo; o viceversa, se i genitori sottovalutano il momento, anche loro lo faranno e seguiranno il comportamento genitoriale. Un bambino ipertecnologico, come sono le nuove generazioni, tenderà a riempire gli spazi con la tecnologia, da una parte ciò gli permetterà di non perdere i contatti, dall'altra sicuramente brucerà dei momenti di possibile socializzazione in famiglia, che in una società ipertecnologizzata sono già pochi.

Tutti sappiamo come in queste settimane sia difficile anche andare a salutare i propri genitori anziani. Dottoressa, questi ultimi, come vivono la nostra assenza? Il loro domani?

Molti anziani hanno vissuto la guerra e il dopoguerra e normalmente non si muovono molto di casa, se non per una passeggiata quotidiana. Da un punto di vista della memoria per loro non è niente di nuovo, indubbiamente hanno bisogno di sentire che qualcuno si faccia carico delle loro esigenze primarie. Alcuni sono soli e sono fatalisti, non potrebbero fare diversamente.

Eroi. Termine utilizzato per i medici e gli operatori sanitari che combattono in prima linea. Lei, da ex sanitaria ospedaliera, pensa che questi momenti drammatici, incideranno nella loro mente anche per il futuro? Chi lavora negli ospedali è abituato a vederne tante...

Ci si sente gratificati di avere vinto su qualcosa di molto grave, certamente stanchi, ma sono scelte che si fanno molto tempo prima. Ovviamente ci si augura di dovere operare in uno stato di normalità e non in uno stato di tale emergenza. Ma questa è stata la scelta all'origine e si è soltanto sollevati di essere riusciti a vincere e sopravvivere.

Pensa anche lei che a Coronavirus archiviato, saremo tutti diversi o differenti? Altre donne e altri uomini, altri bambini e altri anziani...

Ci sarà un cambiamento nelle persone, già ora c'è stato un incremento dell'aggressività dato dalla paura, un incremento della xenofobia e, probabilmente, un comportamento di seria diffidenza di fronte a una manifestazione fisica tipo uno starnuto. L'essere umano è imprevedibile nei suoi comportamenti, ma senz'altro questa esperienza lascerà un segno per un tempo abbastanza lungo.

Dottoressa Perusia, che tipo di persona lei si troverà di fronte, nel suo studio, nel periodo successivo al dopo Covid-19?

Mi troverò di fronte il risultato della capacità o non capacità di sapere affrontare situazioni di grande stress. Le problematicità si vedono già adesso. Il dopo sarà dovere sostenere emotivamente per il pericolo scampato, e anche perché le persone possano  ricominciare, date tutte le conseguenze sia economiche sia lavorative createsi in questo lungo isolamento.

In questi giorni circolano mezzi militari per le strade del nostro Paese. Che effetto le fa tutto questo? 

Di fronte alle grosse calamità i militari sono sempre stati chiamati in aiuto, non è così anormale vederli in questa situazione. Le Forze dell'ordine sono insufficienti in una tale condizione in cui si richiede loro di pattugliare tutto il territorio nazionale. Indubbiamente la presenza dell'esercito deve essere un deterrente e un controllo solo per questo specifico periodo, poi tutto deve tornare alla normalità.

di Giuseppe Rapuano

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