Coronavirus. Lorenza Morello: lo stop ci obbliga a fare i conti con la nostra scarsa ricchezza interiore. Covid-19

TORINO - Mi è stato chiesto dal direttore di Cinquew News di scrivere sull’utilizzo della parola “prima” e “ora”. Laddove il divario temporale delle due situazioni nel caso di specie si riferisce alla quotidianità vissuta prima di questo “stop forzato” per il pasticciaccio brutto del Covid-19.

Ebbene, gli studi classici, nonché una cultura giuridica che permeano profondamente il mio modo di intendere la vita, fanno sì che, per me, da sempre, l’uso e la selezione delle parole sia un modo di intendere la propria vita e definiscano chi siamo.

Tutto inizia dalla comunicazione, mi hanno insegnato i miei studi di Palo Alto, e non si può non comunicare. Nella comunicazione verbale, quindi, abbiamo la possibilità di delimitare il confine tra ciò che siamo e ciò che vogliamo non essere, tra il noi e “l’altro da noi”.

Questo per quanto riguarda la sottoscritta, ovviamente.

Ravviso comunque, nel mondo in cui viviamo, sempre più sciatto e scomposto, a tratti “alla moda” ma quasi sempre senza stile, una penosa incuria nella selezione del proprio lessico che, inoltre, è anche ogni giorno più povero.

Ecco, se questo silenzio assordante che a volte ci pervade ci potesse fare riscoprire la meraviglia che si cela in un aggettivo garbato, nella scelta di una frase pronunciata nel momento e nel modo giusto...perché, sì, la forma è sostanza.

Abbiamo paura dello stop (al di là del danno economico che in quanto aziendalista ho già analizzato più volte) umanamente perché ci obbliga a fare i conti con noi stessi e con la nostra scarsa ricchezza interiore. Perché abbiamo vissuto fino a ieri in un mondo consumistico volto al mostrare chi siamo attraverso status symbol o altri vessilli di cui oggi, chiusi nella prigione delle nostre case (che anche laddove fossero ville con piscina restano gabbie seppur dorate) perdono parte del loro valore perché non abbiamo nessuno a cui mostrarle, nessuno con cui ostentare...restiamo soli con noi stessi e con le parole che non ci siamo mai detti.

Ecco che la parola allora assume o può assumere un nuovo significato, di dialogo interiore con sé stessi alla scoperta dei buchi neri che ciascuno di noi ha dentro e che fino a ieri abbiamo cercato di celarci con parole di circostanza.

“In principio era il Verbo”...se è vero che ci sarà un nuovo inizio, auguro a tutti noi di giungervi con un vocabolario nuovo e ricco, fatto di parole garbate, anche quando decise e sempre e comunque serie. Che, si sa, le parole sono pietre e, una volta scagliate, restano.

di Lorenza Morello

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