Coronavirus. Tutti devono indossare mascherine e guanti. La Fase 2 non dev'essere un azzardo. Petizione
ROMA - Al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Al Ministro della Salute Roberto Speranza. C’è troppa approssimazione, e chiunque riesca ad uscire semplicemente per andare a fare la spesa si rende conto di quante persone ancora vadano in giro senza protezioni. Le mascherine, che a giorni alterni sono considerate utili o inutili, sono una difesa che tutti obbligatoriamente dovranno indossare per fare da schermo alle goccioline di saliva che con un colpo di tosse, uno starnuto, o semplicemente parlando, diffondono il Coronavirus.
C’è un punto fermo da precisare: i primi due pazienti cinesi trovati positivi in Italia, la coppia di turisti di Wuhan nel loro tour italiano, avevano sempre indosso la mascherina. Risulta che tra tutti i contatti ricostruiti dopo il loro ricovero allo Spallanzani: autisti, personale dell’hotel, camerieri - NESSUNO È RISULTATO POSITIVO. Le misure di contenimento del virus sono dunque necessarie e devono essere rese obbligatorie, con una sanzione per chi non ottempera all’obbligo.
In questa fase 2 di cui si sa poco sulle percentuali del rischio, non si può lasciare nulla al caso come è avvenuto per la fase di stordimento dello tsunami-covid-19 dell’inizio.
La Costituzione italiana riconosce il diritto alla salute quale diritto fondamentale dell’individuo. Così recita il primo comma dell’art. 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
L’azzardo della ripartenza
Questa nostra Repubblica durante la prima fase, tramite le istituzioni preposte, potrebbe aver fatto il possibile, considerate le oggettive difficoltà, la sorpresa, l’inaspettata virulenza dell’infezione. Ognuno potrebbe dire con rammarico – specie da parte di chi ancora piange dei morti in famiglia o tra gli amici – che si sarebbe potuto fare di più e meglio, ma queste sono considerazioni che non riportano in vita i caduti per questa impari battaglia tra un virus mutante e ambiguo e gli esseri umani disarmati e con poche difese.
È tempo di dotare tutti i cittadini di normative precise sulla tutela e autotutela sanitaria
Tuttavia l’impreparazione dell’inizio non è ammissibile in questa fase. Ogni persona che necessariamente dovrà uscire di casa avrà il diritto-dovere di avere una mascherina e dei guanti da indossare. Soprattutto gli si dovrà garantire – tramite normative severe - che persone scriteriate che assumono comportamenti superficiali e sfrontati non mettano in pericolo la propria esistenza e quella altrui rendendo “facile” il contagio.
Le discordanze sulla necessità-obbligo di usare le mascherine
Risulta incomprensibile che ancora oggi si facciano dichiarazioni sulla non obbligatorietà dell’uso di mascherine per il fatto che le forniture non sono sufficienti per tutti i cittadini. Sarebbe come dire che il divieto di andare a 200 all’ora in città non è applicabile perché non ci sono sufficienti forniture di benzina per le automobili degli agenti stradali preposti a comminare la contravvenzione. Una follia. È una miopia rispetto a soluzioni alternative della mascherina monouso: si producano oggetti lavabili e disinfettabili, in materiale plastico, in stoffa a trama fitta, o di altri materiali; che ognuno si produca una mascherina faidate. L’importante è non andare in giro come inconsapevoli untori con la complicità di normative colabrodo che lascino troppe incognite per quanto concerne il diritto alla salute in questa cosiddetta fase due.
La democrazia sospesa riguarda anche l’assenza di tutele
Se può sembrare giusto da più parti si facciano pressioni per “la democrazia sospesa” dato che gli operatori economici scalpitano, è altrettanto rilevante non sospendere la tutela del diritto alla salute. Perché se si trattasse di una gara tra diritti e priorità non è ammissibile che evitare che la gente muoia sia un diritto secondario rispetto a quello di produrre oggetti, cultura, arte, svago, o beni di prima necessità.
La democrazia risulta sospesa se mancano trasparenza e consapevolezza delle informazioni
L’appello per cui si chiede la firma è rivolto anche a conoscere i molteplici aspetti che verranno toccati nel rallentamento o l’abolizione delle misure restrittive:
La tutela dei lavoratori nelle fabbriche o negli uffici riguardo le attività private;
La conoscenza dell’enorme numero degli asintomatici in relazione a quanto dichiara l’epidemiologo prof. Andrea Crisanti: “tutti quelli che si affannano e spingono per riaprire non si rendono conto delle conseguenze a lungo termine”;
La conoscenza della diffusione territoriale relativa al contagio. [i dati della Protezione si riferiscono ad una parte dei contagiati, ma secondo la virologa Ilaria Capua si può ipotizzare che possano essere 100 volte superiori].
Il percorso di avvicinamento alla meta di “contagi zero”, è ancora lungo. Dopo un mese dal picco di 919 morti in un giorno la diminuzione dei decessi è piuttosto lenta, ed abbiamo finora raggiunto la metà del percorso fino all’obiettivo zero.
Nel riavviare le attività occorre sapere che moltiplicare il numero di persone che lavorano e si muovono sui trasporti pubblici – senza meticolose cautele - non può non facilitare la trasmissione del contagio.
Sono perciò necessarie tutte le contromisure essenziali per evitare nuovi i focolai anche peggiori dei primi. Urgono procedure di tracciamento e soprattutto tamponi di massa sull’esempio di quanto alcune regioni italiane e paesi esteri come alla Germania, Austria, Danimarca, Norvegia, Portogallo, Canada) stanno facendo.
Wanda Montanelli
Link alla petizione: https://bit.ly/3aIySxU
https://twitter.com/WandaMontanelli
https://www.onerpo.it/
http://www.wandamontanelli.it/CdD/
Ricerche Correlate
Commenti
Posta un commento