Corsisti per il sostegno in guerra, i futuri docenti chiedono al Miur la didattica a distanza per specializzarsi
ROMA - In viale Trastevere non hanno più spazio per raccogliere le lettere di protesta che stanno giungendo al ministero della Pubblica istruzione. Sono sul piede di guerra, e non sono i soli, gli idonei al IV ciclo per la specializzazione sul sostegno. Avrebbero dovuto iniziare il corso a marzo ma Covid-19 ha messo lo sgambetto e ora rischiano di perdere la possibilità di accedere al concorso, la possibilità di realizzare quel progetto di vita per il quale hanno investito fino a 7mila euro. Negli atenei dove si tenevano i corsi, si sarebbero dovuti tenere, gli stessi hanno fatto sapere che tutto è slittato al prossimo autunno vanificando attese e speranze.
Quello che chiedono i corsisti, che stanno studiando per diventare docenti di sostegno, è che venga realizzata anche per loro, come accade per le lezioni scolastiche e per quelle universitarie, la didattica a distanza. Richiesta legittima che lascia senza risposte centinaia di persone di cui il mondo della scuola ha grande bisogno. Quella parte dell’universo scolastico che ha fortemente bisogno di essere accompagnata da una guida, un sostegno, un approdo che affianchi l’insegnante della classe.
La richiesta inviata alla ministra Lucia Azzolina è quella di adottare con urgenza tutte le misure necessarie per avviare, in modalità web, nel più breve tempo possibile, i corsi riservati a tutti gli idonei dei precedenti cicli Tfa.
Questo a tutela non solo dei diritti dei corsisti ma anche delle allieve e degli allievi con disabilità che già dal anno scolastico 2021/22 potrebbero vedere garantito il loro diritto allo studio con circa 7000 insegnanti di sostegno specializzati in più in considerazione anche del fatto che c’è carenza di docenti di sostegno specializzati nelle scuole italiane.
di Nadia Verdile
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