Marilena Ferrante in versi. Imperituro traguardo dell’umana essenza

Poesia di Marilena Ferrante

Redazione CWN | 27 Aprile 2020

Rumore eterno
Nel tempo che passa trovo la stanchezza
dei gesti riposti nel quadrante della vita.
Intingo le mie membra stanche nello scivolìo delle ore.
Torna come un ticchettio sconnesso la mia voglia di vivere.
Si snoda nelle case abbandonate, nei corpi perfetti della solitudine.

E incontro l’alba, lo spiraglio della luce
che spunta dalla fessura della notte.

Percorsi abbandonati scivolano prepotenti nella valle dei desideri.
E’qui che la dimensione del tempo fa da ombra ai sentimenti scampati
alla maldicenza, all’odio delle genti, alla disincantata folla assorta nel frastuono.
Nel rumore eterno delle cose campeggia il mio angolo di pace.
Passato e presente accolgono le stagioni, i volti rugosi della vita inciampati
nello splendore della luminosità, dello sguardo affascinato
dalla falce di luna del tempo che fu.

Mai si incontreranno le mani intrecciate in quel passo lontano
dalla asprezza della memoria,
dalla benevola carezza della foglia ingiallita
sul corpo adagiato nel giardino
inchinato alla scioglievolezza del sentimento,
imperituro traguardo dell’umana essenza.

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