ROMA - Ancodis espone le posizioni dei Collaboratori del dirigente scolastico sulle indicazioni del Comitato tecnico scientifico per la ripartenza a settembre. Evidenziamo alcune proposte che integrano il documento e la nostra insoddisfazione per l'assenza nel dibattito della benché minima attenzione alle decine di migliaia di docenti che si faranno carico al fianco dei Ds, dei Dsga e degli Rspp di progettare prima ed organizzare dopo nei prossimi mesi l'anno scolastico 2020-2021 con tutte le criticità che purtroppo possiamo solo immaginare.
Ancodis: la ripartenza della scuola nell’A.S. 2020/2021. Tornare a scuola in presenza ed in piena sicurezza: sincero auspicio o azzardata ipotesi?
Se guardiamo alla scuola del mese di settembre è chiara una cosa: sarà un grande punto interrogativo per quanto riguarda l’organizzazione, il funzionamento, la didattica.
Sono state pubblicate sul sito del Ministero le attese indicazioni del Comitato tecnico-scientifico che sembrano in grande sintesi dare spazio all’autonomia scolastica prevista nel DPR 275/1999 declinate in quella didattica ed organizzativa ma senza alcun riferimento a quella finanziaria.
Chi conosce la realtà scolastica non può negare che la gestione e l’organizzazione di un sistema complesso quale è la scuola di oggi saranno messe a dura prova se non si metteranno in campo dei protocolli organizzativi e didattici (spazi e numero di allievi, attività didattica in presenza integrata a quella a distanza, orari flessibili) fondati su indicazioni nazionali, su un Ccnl innovato e coerente ai nuovi bisogni organizzativi, sulle adeguate e necessarie risorse finanziarie, sulla conoscenza degli elementi di criticità e dei punti di forza che connotano ogni IS.
Chiunque ha la minima percezione della complessità di una scuola non può non riconoscere che sarà un’ardua impresa coniugare aspetti organizzativi, gestionali, didattici con quelli derivanti dalla sicurezza anche sanitaria (protocollo antisismico, antiincendio, antiinfortunistico, antistress ed oggi anticontagio).
Dalle indicazioni appare evidente che le misure organizzative in tutte le scuole si dovranno fondare sul distanziamento fisico che - nella sua apparente semplicità - presenta i caratteri di una enorme complessità che dovrà tradursi in scelte organizzative delle quali occorrerà valutare l’impatto nei confronti del personale, degli alunni (sulla base dell’età e dell’autonomia) e dei genitori (conciliazione tempo scuola con il lavoro), prevedere e progettare adeguate misure di igiene e di prevenzione.
Non secondaria sarà la valutazione degli ambienti di apprendimento e degli spazi interni ed esterni che dovranno essere rimodulati secondo le necessità organizzative e didattiche con dotazione di arredi e di postazioni degli alunni e del personale rispettose del prescritto distanziamento e della previsione di una superficie di almeno 3.14 mq per alunno.
Tutto questo sarà in capo alle autonome IS che dovranno farsi carico di ideare e progettare soluzioni organizzative per la gestione degli spazi (aule, laboratori, palestre, mense, teatri), per la fruizione degli stessi secondo tempi e possibili turnazioni, per l’attività didattica in presenza e non, per la prevenzione di assembramenti di persone negli spazi scolastici esterni ed interni, per la predisposizione di percorsi idonei a garantire la necessaria sicurezza anche attraverso adeguata segnaletica, per la differenziazione delle fasi di ingresso e di uscita degli alunni sulla base dell’età e delle aree di accesso disponibili nei plessi e compatibilmente con le caratteristiche strutturali e di sicurezza dell’edificio scolastico, per l’individuazione di uno spazio idoneo ad accogliere tempestivamente eventuali casi di personale o alunni con temperatura superiore ai 37.5°.
Nessuno però pone il tema di chi si dovrà fare carico di tutto questo: ci permettiamo di dire che disconoscere questo significa non conoscere come funziona oggi una scuola oppure fare finta di non conoscerla (ed è questo secondo caso ciò che più ci preoccupa).
Se guardiamo alla scuola del mese di settembre è chiara una cosa: sarà un grande punto interrogativo per quanto riguarda l’organizzazione, il funzionamento, la didattica.
Sono state pubblicate sul sito del Ministero le attese indicazioni del Comitato tecnico-scientifico che sembrano in grande sintesi dare spazio all’autonomia scolastica prevista nel DPR 275/1999 declinate in quella didattica ed organizzativa ma senza alcun riferimento a quella finanziaria.
Chi conosce la realtà scolastica non può negare che la gestione e l’organizzazione di un sistema complesso quale è la scuola di oggi saranno messe a dura prova se non si metteranno in campo dei protocolli organizzativi e didattici (spazi e numero di allievi, attività didattica in presenza integrata a quella a distanza, orari flessibili) fondati su indicazioni nazionali, su un Ccnl innovato e coerente ai nuovi bisogni organizzativi, sulle adeguate e necessarie risorse finanziarie, sulla conoscenza degli elementi di criticità e dei punti di forza che connotano ogni IS.
Chiunque ha la minima percezione della complessità di una scuola non può non riconoscere che sarà un’ardua impresa coniugare aspetti organizzativi, gestionali, didattici con quelli derivanti dalla sicurezza anche sanitaria (protocollo antisismico, antiincendio, antiinfortunistico, antistress ed oggi anticontagio).
Dalle indicazioni appare evidente che le misure organizzative in tutte le scuole si dovranno fondare sul distanziamento fisico che - nella sua apparente semplicità - presenta i caratteri di una enorme complessità che dovrà tradursi in scelte organizzative delle quali occorrerà valutare l’impatto nei confronti del personale, degli alunni (sulla base dell’età e dell’autonomia) e dei genitori (conciliazione tempo scuola con il lavoro), prevedere e progettare adeguate misure di igiene e di prevenzione.
Non secondaria sarà la valutazione degli ambienti di apprendimento e degli spazi interni ed esterni che dovranno essere rimodulati secondo le necessità organizzative e didattiche con dotazione di arredi e di postazioni degli alunni e del personale rispettose del prescritto distanziamento e della previsione di una superficie di almeno 3.14 mq per alunno.
Tutto questo sarà in capo alle autonome IS che dovranno farsi carico di ideare e progettare soluzioni organizzative per la gestione degli spazi (aule, laboratori, palestre, mense, teatri), per la fruizione degli stessi secondo tempi e possibili turnazioni, per l’attività didattica in presenza e non, per la prevenzione di assembramenti di persone negli spazi scolastici esterni ed interni, per la predisposizione di percorsi idonei a garantire la necessaria sicurezza anche attraverso adeguata segnaletica, per la differenziazione delle fasi di ingresso e di uscita degli alunni sulla base dell’età e delle aree di accesso disponibili nei plessi e compatibilmente con le caratteristiche strutturali e di sicurezza dell’edificio scolastico, per l’individuazione di uno spazio idoneo ad accogliere tempestivamente eventuali casi di personale o alunni con temperatura superiore ai 37.5°.
Nessuno però pone il tema di chi si dovrà fare carico di tutto questo: ci permettiamo di dire che disconoscere questo significa non conoscere come funziona oggi una scuola oppure fare finta di non conoscerla (ed è questo secondo caso ciò che più ci preoccupa).
I Collaboratori di Ancodis che vivono la scuola anche nelle sue emergenze e criticità chiedono alla Ministra, alle forze politiche, alle OO.SS., a chi si occupa di informazione scolastica di porre attenzione a quanti saranno impegnati nei mesi estivi ad organizzare la ripartenza di settembre insieme ai Ds, ai Dsga, agli Rspp ed avranno poi l’incarico di coordinare, vigilare e monitorare per un intero anno scolastico l’organizzazione, i comportamenti di alunni, del personale e dei genitori, il rispetto dei protocolli di sicurezza, il corretto sviluppo delle attività didattiche in tutti i plessi.
Nella scuola della ripartenza non si possono ignorare le decine di migliaia di docenti che si spendono per le loro IS ed assumono oneri e responsabilità restando – a causa di una insopportabile indifferenza - fuori da ogni attenzione da parte delle Istituzioni e delle OO.SS..
Alle condizioni odierne, senza alcun riconoscimento professionale e nessuna tutela legale, molti potrebbero – già al termine di questo anno scolastico - rinunciare all'incarico di collaborazione mettendo in crisi l'organizzazione ed il funzionamento delle loro scuole.
Chi conosce davvero la scuola del giorno dopo giorno, la scuola dell’emergenza, la scuola dei conflitti, la scuola dei servizi generali ed amministrativi, la scuola delle reggenze, la SCUOLA reale insomma, è ben consapevole che i Collaboratori del Ds e le figure di sistema con grande spirito di servizio e professionalità assumono ruoli onerosi di tempo e di responsabilità senza alcuna attenzione né giuridica né contrattuale.
Per Ancodis, alle azioni previste nelle indicazioni del Comitato tecnico scientifico, occorre aggiungere le seguenti proposte:
1) abrogazione dell’articolo 1, commi 332 e 333, della Legge 23 dicembre 2014, n. 190 (divieto supplenza per il primo giorno di assenza e nei primi sette giorni di assenza per la sostituzione dei collaboratori scolastici per poter garantire il controllo e la sicurezza degli alunni in tutti gli spazi scolastici);
2) rendere fruibili e sicuri TUTTI gli spazi presenti in un plesso scolastico poiché risultano edifici utilizzati in misura ridotta per inadeguatezza dei locali o per abbandono manutentivo ordinario;
3) prevedere – in caso di assenza dei necessari spazi ed ove possibile – strutture prefabbricate adatte allo svolgimento in sicurezza delle attività didattiche;
4) esonero del Collaboratore principale con unità di potenziamento in tutte le IS per monitorare l’applicazione delle misure di sicurezza e di prevenzione sanitaria e collaborare a tempo pieno con il DS ed il DSGA nella gestione e nell’organizzazione;
5) tutela legale a carico della scuola di tutti i Collaboratori che assumono incarichi di preposti ai sensi del D. Lgs 81/08 (Fiduciari/Responsabili di plesso distaccato);
6) ed, infine, istituire l'area del middle management nel sistema scolastico italiano del quale tanti parlano ma nessuno prova davvero a mettere la prima pietra.
Ancodis ritiene queste proposte URGENTI, NECESSARIE, COERENTI ed economicamente SOSTENIBILI per poter finalmente dire che nella scuola della convivenza con Covid-19 chi si occupa di organizzazione, funzionamento e didattica merita rispetto ed attenzione.
Per ANCODIS
Rosolino Cicero
Nella scuola della ripartenza non si possono ignorare le decine di migliaia di docenti che si spendono per le loro IS ed assumono oneri e responsabilità restando – a causa di una insopportabile indifferenza - fuori da ogni attenzione da parte delle Istituzioni e delle OO.SS..
Alle condizioni odierne, senza alcun riconoscimento professionale e nessuna tutela legale, molti potrebbero – già al termine di questo anno scolastico - rinunciare all'incarico di collaborazione mettendo in crisi l'organizzazione ed il funzionamento delle loro scuole.
Chi conosce davvero la scuola del giorno dopo giorno, la scuola dell’emergenza, la scuola dei conflitti, la scuola dei servizi generali ed amministrativi, la scuola delle reggenze, la SCUOLA reale insomma, è ben consapevole che i Collaboratori del Ds e le figure di sistema con grande spirito di servizio e professionalità assumono ruoli onerosi di tempo e di responsabilità senza alcuna attenzione né giuridica né contrattuale.
Per Ancodis, alle azioni previste nelle indicazioni del Comitato tecnico scientifico, occorre aggiungere le seguenti proposte:
1) abrogazione dell’articolo 1, commi 332 e 333, della Legge 23 dicembre 2014, n. 190 (divieto supplenza per il primo giorno di assenza e nei primi sette giorni di assenza per la sostituzione dei collaboratori scolastici per poter garantire il controllo e la sicurezza degli alunni in tutti gli spazi scolastici);
2) rendere fruibili e sicuri TUTTI gli spazi presenti in un plesso scolastico poiché risultano edifici utilizzati in misura ridotta per inadeguatezza dei locali o per abbandono manutentivo ordinario;
3) prevedere – in caso di assenza dei necessari spazi ed ove possibile – strutture prefabbricate adatte allo svolgimento in sicurezza delle attività didattiche;
4) esonero del Collaboratore principale con unità di potenziamento in tutte le IS per monitorare l’applicazione delle misure di sicurezza e di prevenzione sanitaria e collaborare a tempo pieno con il DS ed il DSGA nella gestione e nell’organizzazione;
5) tutela legale a carico della scuola di tutti i Collaboratori che assumono incarichi di preposti ai sensi del D. Lgs 81/08 (Fiduciari/Responsabili di plesso distaccato);
6) ed, infine, istituire l'area del middle management nel sistema scolastico italiano del quale tanti parlano ma nessuno prova davvero a mettere la prima pietra.
Ancodis ritiene queste proposte URGENTI, NECESSARIE, COERENTI ed economicamente SOSTENIBILI per poter finalmente dire che nella scuola della convivenza con Covid-19 chi si occupa di organizzazione, funzionamento e didattica merita rispetto ed attenzione.
Per ANCODIS
Rosolino Cicero
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