Così allora nacque il pensiero del Re di niente, il primo monologo in assoluto per il teatro come confessione diretta di un uomo che si specchia nel suo orrido percorso da carnefice. Così nascerà, omaggio alla canzone universale di Lennon, “Tu immagina”, l’ultimo testo per il teatro che accompagna ONEMORE, la campagna di sensibilizzazione sulla fondamentalità della cultura dell’uomo come garanzia per una donna. Cultura, come scriverà su D di Repubblica Umberto Galimberti in un suo favoloso commento di replica alla nostra iniziativa, cioè “quell’azione culturale intesa come quell’ampliamento della coscienza a cui gli uomini, più delle donne, resistono”. Concetto sublime.
John Lennon era un artista non codificato. Così Galimberti e, scusate la impudenza, anch’io. Esponenti di quella musica, di quella scrittura, di quel teatro come il nostro, e di ogni arte di vera cultura, non quella che abbiamo “categorizzato” persino in intrattenimento, ma quella più pura espressione libera e sentimentale dell’animo umano capace di essere motivo di riflessione profonda di mutazione di prospettiva.
Guai farne a meno! Questo serve al mondo, una continua evoluzione non degli smartphone ma del cervello, della sua capacità di interazione tra sentimento e ragione.
Questo va tutelato e garantito e non c’è contagio che tenga. Non è una discoteca, un campo di calcio o una pista di sci. La cultura, quella vera, è il respiro costante dell’umanità.
Violenza sulla donna. Chiedere scusa non basta. Bisogna pensare a pensare e a far pensare:
Allora oggi mi viene anche da pensare che se la donna è il negro del mondo, la donna negra è la negra dell’uomo negro, nel mondo. Allora il mio abbraccio va a Josephine, Fullfilment, Happjness, Joy, Amanda, Sonia e le altre ragazze venute dall’Africa che hanno ballato, cantato, recitato con me e fatto parte della Compagnia della città, che combatte battaglie giganti, così spesso da sola. Un abbraccio che da loro si estende alle loro madri.
Ciao mamma.
Di seguito il video ONEMORE "Tu immagina" - Fabbrica Wojtyla - Ali nella Mente
Testo teatrale di Patrizio Ranieri Ciu che sostiene ONEMORE, l'iniziativa culturale di Fabbrica Wojtyla che denuncia l'importanza della presa di coscienza di ogni uomo della atavica responsabilità della sua violenta sopraffazione sulla donna.
PATRIZIO RANIERI CIU © FABBRICAWOJTYLA 2020
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Il nuovo Teatro della vita: Fabbrica Wojtyla https://www.fabbricawojtyla.org.
Dove la parola diventa azione del pensiero.Un Teatro dove autore, regista, attore e pubblico tutti partecipano attivamente.Un Teatro dove si prende coscienza finalmente a “pensare in vita”!La versione di Lolek è: testo, musica, riflessione, monito e sogno.
Fabbrica Wojtyla: esserci è un impegno culturale.
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