Il documentario è stato preceduto dal ricordo di Marisa Laurito, nel quale l'attrice napoletana ha rievocato con commozione il suo incontro a 21 anni e l'ingaggio nella compagnia di Eduardo. La regia di Didi Gnocchi e Michele Mally ha messo in evidenza tutto ciò che nell'opera di Eduardo, ma anche nella sua attitudine alla vita, è estremamente contemporaneo. Le sue commedie, considerate un classico del Teatro, hanno contenuti e significati che arrivano a tutti con la stessa forza dell'epoca in cui sono stati scritti.
Eduardo, durante tutto il suo percorso artistico, "copiato" in tutto il mondo, mette in scena con estrema semplicità temi universali e sempre attuali: la crisi della famiglia, il rapporto tra padri e figli e tra donna e uomo, il disagio nella perdita dei valori, le tensioni e i conflitti individuali, il senso del dovere e la vendetta; ma soprattutto la ricerca della verità, che dia senso alla vita di tutti i giorni, scoprendo falsità e inganni generati sia dalle debolezze dell'uomo che dall'inasprimento e dalla competitività della società.
Nel racconto è venuto fuori un Eduardo che vede lontano dentro e fuori dalla famiglia, dalla società e da sé stesso. Il teatro è il luogo della sua vita: è l'unico posto dove trova pace perché lì, e nelle ore in cui scrive le sue commedie, riesce a sciogliere e risolvere i nodi dell'esistenza e del suo trauma di figlio illegittimo, assieme ai fratelli Peppino e Titina, di Eduardo Scarpetta, il più famoso attore e commediografo dell'epoca. Il teatro, cura e terapia della sua anima, diventa così uno straordinario osservatorio delle anime dell'uomo moderno, volubile, pronto al compromesso, contraddittorio, fragile, ma sempre in cerca di una via d'uscita, anche grazie alla forza dell'immaginazione, che restituisca l'armonia mancata nella sua infanzia.
Eduardo ha parlato con una lingua che non ha bisogno di nessun intervento di 'modernizzazione' - sottolineano dalla Rai -. "È questo l'Eduardo che i suoi nipoti hanno raccontato ne "Il nostro Eduardo", che grazie a Rai Documentari, è stato trasmesso sulla prima rete della televisione pubblica italiana e condiviso con il grande pubblico" ha commentato Gnocchi, sceneggiatrice e regista del documentario. "Un Eduardo precursore dei tempi, la cui creatività, che parte da Napoli per arrivare al mondo intero, riesce a parlare a tutti con un'apparente semplicità che cela la grandezza universale di questo uomo e del suo teatro".
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