I militari sono stati impegnati in numerosi controlli notturni e diurni negli ambienti lagunari e vallivi delle province di Rovigo, Venezia, Ferrara, Ravenna anche con l'utilizzo di imbarcazioni, accertando un elevato numero di illeciti penali. Complessivamente, sono state deferite all'autorità giudiziaria 22 persone, la maggior parte delle quali esercitava l'attività venatoria con ausilio di potenti richiami elettronici. Per uno di loro si è proceduto all'arresto. Cospicui anche i sequestri: 21 fucili, 9 richiami acustici vietati, 6400 cartucce, oltre 1000 uccelli, 3 macchinari per spiumare gli uccelli ed un intero sito dove veniva esercitata la macellazione clandestina.
In particolare, in comune di Campagna Lupia (Ve), nell'ambito di alcune perquisizioni domiciliari, i militari hanno messo in stato di arrestato un soggetto che deteneva un'arma clandestina; oltre all'arma, sono state sequestrate 3243 munizioni di vario calibro, una volpoca imbalsamata e 5 tortore dal collare, tutte specie per le quali la caccia non è consentita. Si è proceduto altresì al ritiro cautelare di 22 fucili e di una pistola revolver.
Sempre nello stesso comune, all'interno di alcuni prefabbricati che fungevano tra l'altro come siti di stoccaggio, sono stati rinvenuti strumenti per la macellazione clandestina. Precisamente, sono stati individuati macchinari a funzionamento elettromeccanico per la spiumatura della selvaggina, congelatori contenenti ben 993 anatidi di varie specie, destinati molto probabilmente al mercato nero della ristorazione; tutto il materiale rinvenuto e gli immobili sono stati posti sotto sequestro giudiziario, unitamente a oltre 3000 munizioni di vario calibro e a 4kg di polvere da sparo.
I carabinieri forestali hanno operato con il fattivo supporto dei volontari della Lipu e del Cabs, che quotidianamente, con la loro attenta azione di osservazione e di monitoraggio delle aree potenzialmente interessate al fenomeno del bracconaggio, apportano un contributo qualificato all'attività di repressione. I carabinieri precisano che il Delta del Po è uno dei "Black Spot" individuati dal Piano d'Azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici, punti caldi del bracconaggio italiano che vedono impegnati numerosi militari del Comando unità forestali ambientali e agroalimentari in specifiche campagne antibracconaggio a tutela del patrimonio avifaunistico dello Stato.
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