Bracconaggio venatorio nel Delta del Po e nella laguna veneta

ROMA - Nell'ambito di un'operazione di tutela della fauna selvatica, sono scattati denunce e sequestri da parte dei carabinieri forestali. Una campagna di controlli antibracconaggio nelle province di Rovigo, Venezia, Ferrara e Ravenna. Si è da poco conclusa l'operazione "Delta del Po 2021", del Raggruppamento carabinieri Cites - Reparto operativo – Soarda, svolta congiuntamente con i Gruppi carabinieri forestali di Rovigo, Venezia, Ferrara, Ravenna e col Reparto carabinieri biodiversità di Punta Marina, finalizzata al contrasto del bracconaggio venatorio nel Delta del Po e nella laguna veneta.

Tali zone rappresentano siti di importanza internazionale in termini di biodiversità, sia per l'avifauna stanziale che per quella migratoria, poiché rappresentano uno snodo fondamentale lungo le rotte migratorie. In particolare il Delta del Po si configura come una tappa fondamentale di sosta per  migliaia di uccelli che si spostano per lo svernamento in Africa dai siti riproduttivi del nord Europa. Per questa grande valenza naturalistica il sistema di aree umide del Po è inserito fra i siti di "Rete Natura 2000" - spiegano i carabinieri forestali -.

I militari sono stati impegnati  in numerosi controlli notturni e diurni negli ambienti lagunari e vallivi delle province di Rovigo, Venezia, Ferrara, Ravenna anche con l'utilizzo di imbarcazioni, accertando un elevato numero di illeciti penali. Complessivamente, sono state deferite all'autorità giudiziaria 22 persone, la maggior parte delle quali esercitava l'attività venatoria con ausilio di potenti richiami elettronici. Per uno di loro si è proceduto all'arresto. Cospicui anche i sequestri: 21 fucili, 9 richiami acustici vietati, 6400 cartucce,  oltre 1000 uccelli, 3 macchinari per spiumare gli uccelli ed un intero sito dove veniva esercitata la macellazione clandestina.

In particolare, in comune di Campagna Lupia (Ve), nell'ambito di alcune perquisizioni domiciliari,  i militari hanno messo in stato di arrestato un soggetto che deteneva un'arma clandestina; oltre all'arma, sono state sequestrate  3243 munizioni di vario calibro, una volpoca imbalsamata e 5 tortore dal collare, tutte specie per le quali la caccia non è consentita. Si è proceduto altresì al ritiro cautelare di 22 fucili e di una pistola revolver.

Sempre nello stesso comune, all'interno di alcuni prefabbricati che fungevano tra l'altro come siti di stoccaggio, sono stati rinvenuti strumenti per la macellazione clandestina. Precisamente, sono stati individuati macchinari a funzionamento elettromeccanico per la spiumatura della selvaggina, congelatori contenenti ben 993 anatidi di varie specie, destinati molto probabilmente al mercato nero della ristorazione; tutto il materiale rinvenuto e gli immobili sono stati posti sotto sequestro giudiziario, unitamente a oltre 3000 munizioni di vario calibro e a 4kg di polvere da sparo.

I carabinieri forestali hanno operato con il fattivo supporto dei volontari della Lipu e del Cabs, che quotidianamente, con la loro attenta azione di osservazione e di monitoraggio delle aree potenzialmente interessate al fenomeno del bracconaggio, apportano un contributo qualificato all'attività di repressione. I carabinieri precisano che il Delta del Po è uno dei "Black Spot" individuati dal Piano d'Azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici, punti caldi del bracconaggio italiano che vedono impegnati numerosi militari del Comando unità forestali ambientali e agroalimentari in specifiche campagne antibracconaggio a tutela del patrimonio avifaunistico dello Stato.

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