Sei stata raggirata, ma non resta che pagare e abbassare la testa

COMO - Allerta. Cosa succede quando, chi ci dovrebbe tutelare, è chi in realtà raggira? Ho riflettuto molto prima di scrivere questo articolo perché, in un certo senso, mi vergognavo di essere stata vittima di una presa in giro. Ma poi ho pensato che la mia esperienza può essere di monito per altri ingenui come la sottoscritta.

Non posso scendere nei dettagli e fare nomi, ma posso dirvi che, una delle associazioni per la tutela dei consumatori, è il soggetto di questo articolo. Avendo un problema da risolvere mi sono rivolta a una di queste associazioni. Quella della mia zona era oberata di lavoro e, così, mi hanno messo in contatto con un ufficio di Milano.

Parlando per telefono con l'avvocato che mi avevano affidato, lei si è detta fiduciosa del risultato e mi ha dato appuntamento nello studio dove lavora, che è anche lo studio di uno dei presidenti di zona. Ho esposto il mio problema e hanno ritrattato, dicendo che no, non si poteva risolvere; però, la questione era semplicissima e bastava fare una lettera di diffida.

Benissimo, mi fanno firmare il mandato per questa operazione. Al momento di arrivare al dunque blocco tutto, perché mia madre si ammala e, purtroppo muore. Loro insistono, mi fanno tornare in studio con la controparte. In dieci minuti ci mettiamo d'accordo e, l'avvocato, propone di prepararci lui una scrittura privata.

Mi viene un dubbio e, per email, faccio presente che la questione mi pare esuli dall'associazione. Mi viene detto che sì, in effetti è così, ma non vengo avvisata a cosa sto andando incontro. Al momento delle firme, infatti, mi viene presentata una parcella di oltre 7200 euro! Ritengono di aver fatto ottenere a me e a mio fratello l'eredità, quando noi ci eravamo rivolti a loro per altri motivi!

Avviso l'ufficio legale dell'associazione e, dal momento che ho ancora tutte le email che provano quanto vado asserendo, loro si dicono dapprima stupiti: come è possibile che mi abbiano chiesto di pagare qualcosa? Poi, mi avvisano di aver parlato con l'avvocato, verrò richiamata perché c'è la possibilità che non debba pagare quella cifra.

Invece, l'avvocato, arrabbiata, mi telefona urlando e insultando, pretendendo il pagamento; anzi, dal momento che ho avvisato l'ufficio legale, ma questo viene detto solo per telefono così che non ci sia prova alcuna, mi mandano una ingiunzione di pagamento! Successo tutto questo non resta altro da fare che pagare e abbassare la testa. Perché, quando a essere in malafede è chi è affiliato a un nome importante che passa quale benefattore, nessuno ti crede o, perlomeno, nessuno vuole fare niente.

Mi sento impotente, ma anche arrabbiata e delusa. Credo nello giustizia, credo in queste associazioni e so quanto siano pregevoli. Ma vorrei anche che controllassero chi si mettono in casa. Perché ti senti ferito due volte.

Cari lettori, perciò, state attenti: fatevi sempre spiegare tutto bene e, soprattutto, chiedete a quale spesa state andando incontro, perché se l'avvocato si comporta in questo modo poco limpido, per non dire in modo disdicevole, non ci sono tutele per noi, poveri ingenui.

di Miriam Ballerini

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