Fantastoria secondo la quale chi si vaccina lo fa per il bene altrui. Siamo seri!

TORINO - Per il bene di chi? Nello scenario sempre più svilente cui larga parte di noi assistono increduli, e di cui altri invece sembrano incredibilmente inconsapevoli, serpeggia una menzogna che, a parere di chi scrive, è ancora più invisa delle altre per la meschinità. Una bugia che pervade il sentire collettivo senza nemmeno una blanda parvenza di verità, e che sta spaccando non solo il nostro Paese bensì il dialogo internazionale in due fazioni contrapposte, con avvisaglie ben chiare di una pronta guerra civile.

La fandonia cui mi riferisco è la fantastoria secondo la quale chi si vaccina lo fa per il bene altrui. Ma su, Signori, siamo seri, ma da quando in qua il mondo è questo posto idilliaco in cui noi ponderiamo le nostre necessità in base al prossimo? Su uno che lo fa, quanti nemmeno sanno che “l’altro oltre a sé” esiste. E comunque, per smentire questa panzana che gronda falsità e perbenismo da ogni dove, sarebbe sufficiente osservare i dati relativi ai cd “picchi vaccinali” che si sono verificati -guarda un po’- a ridosso delle vacanze e all’indomani delle (ingiuste e giuridicamente illegali) intimazioni di licenziamento a chi non si fosse sottoposto alla terapia volgarmente definita vaccino.

Con che coraggio si può sostenere che chi si è vaccinato per andare in vacanza (perché le interviste a questi individui o le cronache dei giornali certo non hanno taciuto il tema, noto peraltro anche a livello nazional popolare perché l’amica/o che ci ha detto “Mi sono vaccinata/o per andare in vacanza” ce lo abbiamo tutti) lo ha fatto pensando al prossimo? Un atto -per carità, legittimo- ma dettato dal proprio personale egoismo del non rinunciare alla vacanza è stato spacciato per “eroico altruismo”, questa è la narrazione che è riuscita a costruire il mainstream!

O chi lo ha fatto obtorto collo minacciato da una sanzione illegittima che lo avrebbe privato del posto di lavoro in quel momento pensava al suo vicino di casa o al nonno cagionevole o piuttosto a sottomettersi ad un trattamento sanitario per potere esercitare il PROPRIO (sacrosanto) diritto al lavoro, costituzionalmente garantito solo ante covid datum?!

E allora, se è vero come è vero (che qualcuno si faccia un esame di coscienza e abbia il coraggio di ammetterlo almeno a se stesso è il fine ultimo di questo scritto), si può comprendere una volta di più lo sconcerto di coloro che -questi sì- esercitando il proprio diritto di autodeterminazione hanno deciso di rinunciare alle agognate vacanze o financo al posto di lavoro lottando (chi in maniera palese e chi invece in maniera silenziosa) affinché a tutti fosse data la libertà di scelta a non accettare un obbligo camuffato da uno Stato che - anche in “piena pandemia” (almeno così come da narrazione)- anziché potenziare le strutture sanitarie e investire in medici che potessero garantire le terapie domiciliari (le stesse che hanno permesso alla sottoscritta di battere la summenzionata patologia senza andare ad intasare le strutture pubbliche) ha investito in banchi a rotelle e altre idiozie di questo genere, continuando a parlare di “Tachipirina e vigile attesa”.

Se davvero nella nostra comunità, la cd “culla del diritto” di tutti i Paesi di area mediterranea, a qualcuno stesse veramente a cuore il bene del prossimo, beh questo sarebbe davvero il momento di dimostrarlo, Governo in testa, ed agire con coerenza e chiarezza anziché continuare ad alimentare il gioco del divide et impera per perpetrare governi e governicoli di non eletti che comprimono le libertà senza alcun fondamento scientifico, e in barba ai dettami europei e costituzionali sfaldando una società ed una democrazia a suon di norme punitive anziché cautelative.

di Lorenza Morello

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Commenti

  1. Complimenti, Lorenza MOrello, per l'efficacia disamina, complimenti, soprattutto, per il coraggio di dire la verità in un mondo di ignavi

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