Bonus e aiuto psicologico nella scuola, lo Stato organizzi una rete psicologica pubblica

ROMA - Desidero farmi interprete non solo di chi studia sul piano scientifico il tema ma anche di tutti quei cittadini, e sono purtroppo davvero tanti, che rivendicano dignità e ascolto per la salute psicologica. La tutela della salute fisica è da due anni al centro dell’emergenza nazionale, ora, nel terzo inverno di pandemia, stiamo entrando in una nuova fase acuta. Si punta, giustamente, a generalizzare la terza vaccinazione ma già si parla della quarta.

Tra i reduci del Covid-19 e una popolazione smarrita e stanca, spesso impaurita, da questa emergenza che non sembra finire è da tempo in atto una emergenza psicologica che solo la politica non vuol vedere. Che oggi si ripropone e si accentua con una nuova ondata della pandemia. A fronte dei miliardi investiti per fronteggiare la salute fisica nella pandemia la salute psicologica è stata oggetto di attenzione ed investimenti quasi inesistenti, che somigliano più alla carità che si concede per dire di aver fatto qualcosa che ad un intervento pubblico.

Questa logica non è sostenuta né dalla scienza né dall’economia. La prima ha ben documentato il forte impatto dei problemi psicologici sulla salute (anche fisica), sul lavoro e su tutte le dimensioni della vita. Gli studi economici hanno mostrato i costi dei problemi psicologici per chi li ha e per tutta la società. In termini di disabilità prodotta è la prima voce di costo nel campo della salute, così come è la prima causa di assenteismo dal lavoro (dati OMS, EU-OSHA, OCSE). Secondo la London School of Economics ogni euro speso per la salute psicologica produce 2,5 euro di minori spese.

Non ci sono dunque motivazioni scientifiche né economiche per continuare a trascurare un problema che è diventato sociale ed è sotto gli occhi di tutti. Non volerlo vedere è ora, come è stato detto da molti, una mancanza di rispetto verso i cittadini. Presta il fianco all’idea che per le Istituzioni democratiche, ancora oggi, la sofferenza psicologica sia considerata una debolezza, un capriccio o una vergogna.

I cittadini giustamente chiedono risposte immediate, in termini di bonus e di aiuto psicologico nella scuola, chiedono poi che lo Stato si organizzi per garantire in modo strutturale una rete psicologica pubblica. Continuare a girarsi dall’altra parte, ignorare questa diffusa presa di consapevolezza di milioni di persone, appare in netto contrasto con l’idea di una società in transizione che punta su visioni nuove e sulla resilienza. Facciamo in modo che i prossimi provvedimenti adottati diano risposte chiare.

David Lazzari (Presidente nazionale Ordine psicologi)

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