ROMA - Il conto consuntivo 2021 di Enasarco evidenzia un avanzo economico di 187.757.029 euro, destinato quasi totalmente all’incremento della riserva legale e, solo in minima parte, alla riserva di dismissione immobiliare, interamente vincolata a favore della previdenza. Il risultato operativo, nettamente superiore rispetto al 2020, si attesta a 138,4 milioni di euro.
È quanto emerge dalla relazione sulla gestione 2021 dell’Ente nazionale di assistenza per gli agenti e rappresentanti di commercio (Enasarco), approvata dalla Sezione controllo enti della Corte dei Conti con Delibera n. 83/2022. L’esercizio - ha osservato la magistratura contabile - ha risentito del contenzioso legale relativo all’elezione degli organi di governance e della conseguente mancata approvazione dei documenti di budget 2022 e di revisione 2021, entrambi causa dell’incertezza determinatasi a seguito del periodo di gestione provvisoria venutosi a delineare.
È in aumento il numero degli iscritti, grazie al trend economico in crescita che inverte la tendenza degli ultimi anni e presuppone, per gli agenti di commercio, una nuova vitalità del comparto. È necessario - ha comunque sottolineato la Corte - un assiduo monitoraggio dei saldi delle attività istituzionali e del numero degli iscritti, stante la fase di incertezza economica, nazionale e internazionale, che potrebbe mettere a rischio, nel lungo periodo, la sostenibilità previdenziale.
Registra dati in crescita sul 2020 l’importo complessivo 2021 delle prestazioni previdenziali e assistenziali (1.046,3 milioni di euro). Particolare attenzione è stata riservata sia al “Fondo indennità di risoluzione del rapporto” (Firr), costituito dalle somme che vengono accantonate presso Enasarco dalle aziende in favore dei propri agenti, sia alla riclassificazione contabile realizzata con la costituzione del “Fondo di allineamento Firr”, con cui si è provveduto a riconciliare le partite esistenti rispetto ai debiti divenuti incerti.
Il rendimento netto 2021 degli investimenti immobiliari, in perdita dello 0,6%, a fronte di un risultato 2020 ancora più negativo, mostra andamenti che richiedono scelte correttive. La gestione patrimoniale, con un risultato netto dello 0,5%, rimarca l’esigenza di migliorare una gestione ancora poco efficace e di basso profilo, soprattutto in virtù delle ingenti disponibilità liquide da impiegare, accumulatesi in virtù dei mancati investimenti della gestione provvisoria. Il contesto complessivo - ha concluso la Corte - richiede il potenziamento degli uffici di vigilanza, delle strutture di gestione del rischio e delle risorse finanziarie, oltre al rafforzamento delle regole necessarie a una gestione più dinamica e mirata, che colga al meglio le opportunità offerte dal mercato e garantisca le prestazioni previdenziali in favore degli iscritti.
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