ROMA - Il linguaggio sessista. Risvegliare le coscienze su quella che ormai è diventata un'emergenza: la violenza sulle donne. Luglio 2022: il Senato respinge l’emendamento per l’adozione della differenza di genere nella comunicazione istituzionale scritta. Con scrutinio segreto, richiesto da Fratelli d’Italia, complice la destra. Settembre 2022: alle elezioni politiche trionfa una donna, di destra.
In anni di battaglie femministe, la sinistra non ha saputo far salire al governo una donna, non ha saputo tutelare le donne dallo snaturamento del linguaggio. Due accadimenti che confermano quanto la rivoluzione femminile in atto dalla Rivoluzione Industriale attivi reazioni avverse e violente. La cronaca ci offre casi drammatici che rivelano modi nuovi di accanirsi su corpo e mente femminili con lessico irrispettoso, vittimizzando per la seconda volta le donne già vittime.
In tanti anni di studi condotti nell’ambito della violenza sulle donne sono giunta all’evidenza che dipende anche dall’utilizzo di espressioni non appropriate nel linguaggio giornalistico che, senza cognizione di causa, vanno da “raptus della gelosia” a “delitto passionale”. Il giornalismo da web o da carta è scadente perché non si preoccupa di cercare alternative al linguaggio affetto da tronismo acuto; occorre invece ricordare che la lingua italiana è costituita da oltre duecentoventimila lemmi, e che l’italiano medio ne usa a malapena cinquecento.
Nell’esercizio di determinate professioni, il metalinguaggio professionale identifica il merito con il maschile, maschilizzando e tagliando fuori le donne dalla reale quotidianità. Mi imbattei in avvocate che preferivano essere chiamate avvocato nel tentativo di appropriarsi del plusvalore maschio. Alcune docenti dei poli universitari milanesi lottano da decenni contro la discriminazione tra donne e uomini, utilizzando appellativi virati al femminile, come direttora, professora, presidenta, rettora. Anche se “suonano male”, ricordiamo che sono provocazioni atte a rendere consapevoli le persone della discriminazione di genere. Accogliendo queste istanze, il Dizionario Treccani in ottobre 2022 pubblicherà una nuova versione più inclusiva, che ammette l’uso dei termini virati al femminile.
Le parole sono coltelli, armi psicologiche prima ancora che sociologiche. Un uso appropriato potrà colmare il gap esistente tra universo femminile e maschile. A scopo preventivo, segnalo l’attivazione di filtri fondanti come cultura, saggezza e acume. Ai miei e altrui figli - e ai loro genitori - ne raccomando l’uso, soprattutto quando si designano situazioni stereotipate riguardanti la differenza di genere. Le parole instillano convinzione e credulità negli stereotipi fino a renderli “accettabili”.
Un uomo con tante relazioni femminili è stimato e invidiato “dandy”; al contrario, una donna è stigmatizzata e crocifissa come “troia”. Buona parte della responsabilità dell’educazione dei maschi dipende dalla madre, quindi proprio da quel genere di appartenenza contro il quale potrebbero essere indirizzate le sue violenze da adulto. Accade così ad Arthur Fleck, il protagonista di Joker, del quale assunsi le sembianze sulla copertina del mio libro RINASCITE RIBELLI (BRÈ Edizioni), #siamotuttijoker. In fondo, lo siamo tutte e tutti.
di Stefi Pastori Gloss
Stefi Pastori Gloss scrive a tempo pieno tra James Joyce e Ungaretti. I suoi romanzi, spicilegi poetici o saggi (Bidellume, Fuochi d’artificio, Rinascite Ribelli, Parerga Violenti e altro) sono già in vendita nelle librerie offline e online, come su Amazon, e in privato, direttamente sui Social. Parlano di tematiche come bullismo, violenza sulle donne, guerra. Il suo partner e lei li presentano nelle scuole di tutta Italia allo scopo di risvegliare le coscienze su questi tristi fenomeni. Ghost writer per chiunque abbia idee. Redige un podcast radiofonico e un blog di recensioni, il cui nome si ispira a un film di Nanni Moretti, perché lei stessa fu sceneggiatrice. Nei Novanta lo fu anche per Verdone, solo una femminista come lei può scrivere le battuste del maschilismo più becero; da anni si occupa di sensibilizzare circa la violenza sulle donne e, più in generale, per ripristinare la cultura del rispetto tra individui. In L’AMORE INDOSSA COLLANT DI CARNE, in corso di pubblicazione, la sua attenzione è rivolta agli stereotipi e all’uso acritico che se ne fa.
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