ROMA - Si è raggiunto – a dir vero inaspettatamente – l’accordo economico del contratto della scuola con l’utilizzo delle risorse messe a disposizione dal precedente Governo Draghi e che – forse avevamo compreso erroneamente nei mesi scorsi! – erano ritenute insufficienti dai sindacati di categoria.
Improvvisamente dopo mesi di trattative con il ministro Bianchi e con l’Aran, le risorse economiche sono risultate congrue previo un impegno formale del ministro Valditara di trovare nuove risorse nella prossima legge di bilancio per lasciare “liberi” i 340 milioni di euro destinati alla valorizzazione professionale dei docenti dalla precedente legge di bilancio. Tutti cantano vittoria; tutti o quasi parlano di “giornata storica”!
A dicembre vedremo un “ricco” cedolino che in realtà poteva esserlo già nei precedenti mesi considerato che di fatto le risorse disponibili sono aumentate soltanto di 100 milioni di euro una tantum. E’ “tantum”? E’ poco? Lo faremo valutare ai lavoratori della scuola che ancora una volta vedranno un incremento stipendiale modesto poiché, se guardiamo ai 15 anni trascorsi, hanno visto crescere lo stipendio di qualche decina di euro all’anno.
Ottimo incremento stipendiale coerente con quanto accade nel resto dell’Europa! Allora che dire? Accontentiamoci del poco che è meglio del niente ma, per cortesia, non si parli di sottoscrizione storica per un accordo a dir poco “SCONTATO”! Adesso ci attende il CCNL nella sua parte normativa. E qui vedremo quale visione segnerà i protagonisti che siederanno al tavolo. Prevarrà ancora la visione conservatrice dei precedenti CCNL?
«Auspichiamo - dichiara il presidente di Ancodis (Associazione nazionale collaboratori dirigenti scolastici), Rosolino Cicero -, un contratto innovativo che guardi oltre che ai diritti e ai doveri dei lavoratori anche al LAVORO prevedendo una nuova articolazione della funzione docente».
Ancodis chiede un contratto che ponga attenzione alla QUANTITA’ e alla QUALITA’ del lavoro espletato sia nell’azione didattica che in quella altrettanto importante dedicata al funzionamento organizzativo e didattico di una scuola, che non lasci ai margini le figure di sistema che da anni si sono formate con professionalità, con energie e risorse economiche anche proprie: i Collaboratori del DS, i Responsabili di plesso distaccato, gli Animatori digitali, le FF.SS., i Referenti per l’Inclusione, i Coordinatori didattici, i Coordinatori di dipartimenti, i referenti di sistema (PON, ERASMUS, PCTO, Privacy, Intercultura, Bullismo e cyberbullismo, INVALSI, ecc.).
«Senza questi docenti di fatto “esperti” e senza queste forme di lavoro anche complementari una scuola non potrebbe funzionare né portare avanti il suo progetto educativo. Considerata la complessità della scuola moderna – conclude Cicero - occorre aprire la strada ad un moderno contratto nel quale il personale docente deve poter contare su un’opportunità di carriera strutturata su tre IMPEGNI professionali: impegno nella didattica, impegno nel funzionamento organizzativo e didattico, impegno nella formazione. In caso contrario, resteremo colpevolmente fermi al 900 con buona pace di quanti hanno creduto e continuano a credere che un cambiamento contrattuale è più che mai necessario».
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