ROMA - La Guardia di finanza di Roma sequestra beni per 17 milioni di euro a un imprenditore, i finanzieri scoprono una somministrazione illecita di personale. A seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, i finanzieri del Comando provinciale della Capitale, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di beni per un valore superiore a 17 milioni di euro nei confronti di un imprenditore romano a capo di consorzi e cooperative, allo stato indiziato di reati fiscali.
Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale capitolino, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, al fine di assicurare il denaro e le altre utilità derivanti dai delitti tributari. Le indagini sviluppate dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Roma hanno riguardato 2 consorzi e 11 società amministrate da “prestanomi”, dedite alla somministrazione di manodopera, in particolare alla fornitura di personale messo a disposizione di imprese terze, dislocate su tutto il territorio regionale e operanti prevalentemente nel settore della grande distribuzione organizzata - riporta il comunicato stampa della Gdf -.
Il meccanismo illecito intercettato registrava la fornitura di personale, attraverso la previsione di contratti di servizio volti a dissimulare un’interposizione di manodopera, formalmente alle dipendenze di molteplici società riconducibili al soggetto indagato le quali omettevano il versamento dell’Iva nonché quello delle ritenute sui redditi erogati ai lavoratori dipendenti. L’attività di servizio è il frutto del costante presidio offerto dal Corpo, in sinergia con l’Autorità giudiziaria, a contrasto dell’evasione fiscale che costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico e rappresenta un freno alle prospettive di ripresa e rilancio dell’economia nazionale. I provvedimenti sono stati emessi nell’ambito della fase delle indagini preliminari, allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di non colpevolezza.
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