Sei laboratori per Venezia, mostra di architettura dell'Università di Parma

PARMA - Dal 10 novembre al 9 dicembre 2022 al Campus Scienze e Tecnologie, esposizione di progetti di studentesse-architette e studenti-architetti dell’Università di Parma. Inaugurazione giovedì 10 novembre alle ore 11.

Sei laboratori per Venezia: questo il titolo della mostra che sarà aperta da giovedì 10 novembre a venerdì 9 dicembre (ore 9-18) al Campus Scienze e Tecnologie dell’Università di Parma (Spazio mostre del Plesso Aule delle Scienze). Un’esposizione dei progetti di studentesse-architette e studenti-architetti dell’Ateneo, dedicati a temi veneziani (le aree della Giudecca, di Cannaregio e per il nuovo ponte dell’Accademia).

Sei i laboratori dell’Università di Parma: dal primo anno della laurea triennale a quello di sintesi della laurea magistrale. All'inaugurazione, alle 11 di giovedì 10 dicembre, parteciperanno il direttore del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di  Parma. Antonio Montepara, i presidenti dei Corsi di Laurea in Architettura, Andrea Zerbi e Michele Zazzi, Gino Malacarne, docente dell'Alma Mater Studiorum di Bologna, e i docenti di progettazione architettonica del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Ateneo, Carlo Quintelli, Marco Maretto, Enrico Prandi e Carlo Gandolfi, responsabili dei laboratori interessati.

L’iniziativa assume un duplice significato. Il primo è quello riguardante l’utilizzo della città di Venezia come contesto urbano di sperimentazione progettuale: un contesto ad alta complessità, e di elevato valore storico, ma anche ricco di criticità che investono il futuro dei nuclei centrali delle città, oltre la scontata attenzione conservativa, in termini di rigenerazione e implemento del tessuto costruito e delle funzioni che lo animano. Un tema in cui, trattandosi di Venezia, giocano un ruolo decisivo anche la condizione insulare e le componenti naturalistiche della laguna, che i progetti affrontano tentando di raccordare passato e futuro secondo una dialettica peraltro costante nei nuclei storici delle città italiane ed europee. Una prova, quindi, di particolare impegno ed esperienza formativa per studentesse e studenti partecipanti.

Il secondo significato che scaturisce da questa occasione tra ricerca e didattica, corredata da una pubblicazione dallo stesso titolo edita da FAEdizioni, vorrebbe riportare l’attenzione sull’architettura come strumento di messa in forma dello spazio, di contributo all’artefatto urbano, di costruzione dell’ambiente artificiale in rapporto a quello naturale, di figuratività e paesaggio attraverso scelte di linguaggio non meno che di strategia dell’apporto funzionale. Un’architettura dunque non estranea ma completamente coinvolta nei processi di costruzione urbana.

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