NAPOLI - Dal 22 giugno al 9 luglio 2023, a Napoli, Castel Sant’Elmo, lo show più atteso dell’anno: "Dignità autonome di prostituzione" di Luciano Melchionna. L’attuale edizione è prodotta da Teatro Bellini ed Ente Teatro Cronaca, in collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania e Castel Sant’Elmo - Novecento a Napoli. Chissà se Betta Cianchini e Luciano Melchionna 16 anni fa avessero già cognizione del dono immenso che stavano per fare alla nostra contemporaneità. Loro, gli ideatori di "Dignità autonome di prostituzione", hanno dato vita ad oltre 450 repliche, con circa 700.000 spettatori. Un format che prevede energie speciali perché è una vera e propria festa dionisiaca.
Molti dei testi sono scritti e diretti dallo stesso Melchionna, artista capace di generare vertigini di vita attraverso un equilibro geniale tra tematiche importanti e grande ironia. Siede su un trono, ma di continuo si aggira tra i suoi perfomer con la semplicità di chi sa come invitare la comunità umana a partecipare ad una ricorrenza imperdibile.
La sera della prima è subito sold out, come sempre. Fiumi di persone si sono riversate nell’amato castello angioino partenopeo, angeli e demoni hanno accolto il pubblico in un tramonto che già parlava d’amore. È proprio questo, infatti, l’ allestimento dedicato “all’amore, nell’accezione più estesa di questo termine. Pace, rispetto, solidarietà, gentilezza, difesa dei diritti civili e denuncia di ogni tipo di violenza”. Siamo di fronte ad una eterotopia della realtà, in cui gli spazi si connettono e i vari percorsi si intrecciano, e ci scelgono. Così è la vita, avremmo voluto incontrare tutti i racconti, grazie ad una manciata di “dollarini” consegnati insieme al biglietto, ma abbiamo ceduto a qualcuno e rinunciato a qualcosa.
Il primo atto di seduzione è con Raffaella Anzalone nel monologo “Senza produrre nient'altro che amore” di Luciano Melchionna. Attuale il testo, profonda lei, proviamo brividi su brividi affacciati sul golfo di Napoli. Fosse solo per la sua capacità di entrare ed uscire tanto velocemente da un personaggio così intenso, avrebbe meritato tutte le monete a nostra disposizione. Lei stessa ci accompagna nell’agorà e seguiamo un flusso casuale, si tratta della cantante che ci ha tenuto compagnia nell’attesa. Her è la “Dama del Fiume” , scritto da Giovanna Pignieri, dramma difficile da digerire, o forse l’interprete è troppo straordinaria come musicista per convincerci a pieno anche come monologhista.
Seguiamo una nuova scia e ci ritroviamo seduti a terra in una saletta stretta, dove Cinzia Cordella recita “Senza tutela”. Applausi, applausi e ancora applausi sono l’unico metro che conta in questi casi. Inebriati dalla frenesia di vedere tutto, decidiamo di spendere l’ultimo dollaro, ed è ancora la drammaturgia di Melchionna che ci invita: “Ciao nonnina” con Simona Seraponte, accogliente e sincera, ci lascia una traccia nel cuore.
Sarà necessario ritornare, farsi sedurre da altre "prostituzioni”, subire il fascino di quegli attori che abbiamo visto solo di sfuggita in queste 4, felici, ore, perché se sapranno vendere emozioni, noi saremo testimoni delle loro verità e ne custodiremo le dignità, autonome, di prostituzione. Tutti, dunque, meritano di essere almeno citati, ma soprattutto meritiamo noi di godere di ogni “pillola di piacere” che tale rito teatrale sa rinnovare ogni anno.
Pertanto si ringraziano anche Raffaele Ausiello, Maria Avolio, Antonio Barberio, Maria Bolignano, Davide Borrelli, Carlo Caracciolo, Betta Cianchini, Riccardo Ciccarelli, Cinzia Cordella, Valeria Cozzolino, Veronica D’Elia, Marika De Chiara, Giampiero De Concilio, Valentina De Giovanni, Rossella De Martino, Renato De Simone, Adriano Falivene, Annarita Ferraro, Carla Ferraro, Martina Galletta, Mariano Gallo, Raffaele Giglio, Luciano Giugliano, Irene Grasso, Daniela Ioia, Vincenzo Leto, Viviana Lombardo, Luk, Daniele Mango, Claudio Marino, Dolores Melodia, Gianluca Merolli, Daniele Russo, Sabba, Simona Seraponte, Pierfrancesco Scannavino, Irene Scarpato, Sandro Stefanini, Toto Traversa, Gianluca Vesce, Annarita Vitolo, Wena.
Attenzione a ritornare più volte, perché scene, costumi, musica dal vivo ed effetti luce di questo omaggio spettacolare, possono provocare dipendenza dalla bellezza.
di Anita Laudando
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