VERONA - La Guardia di finanza di Verona scopre un giro di investimenti in criptovalute, i finanzieri arrestano un promotore finanziario abusivo. I finanzieri del comando provinciale di Verona hanno eseguito una misura cautelare personale degli arresti domiciliari e un provvedimento di sequestro preventivo, emessi dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Verona su richiesta della locale procura della Repubblica, nei confronti di un ventisettenne veronese, residente in provincia ma di fatto dimorante negli Emirati Arabi Uniti, indagato per l’ipotesi di reato di abusivismo finanziario. Le indagini, dirette dalla procura della Repubblica scaligera e condotte dai finanzieri del locale Nucleo di polizia economico-finanziaria, hanno preso avvio dall’approfondimento di numerose querele per truffa presentate da decine di veronesi. L’attività delle Fiamme gialle ha consentito di ricostruire il modus operandi dell’indagato, il quale, almeno dal 2021, anche mediante i propri profili su social network - seguiti da oltre 26mila followers - promuoveva la propria immagine come persona di grande successo in ambito finanziario (ostentando, peraltro, un elevato tenore di vita) e pubblicizzava eventi e società attive nel mondo degli investimenti in criptovalute.
Negoziazione degli investimenti in assenza delle autorizzazioni previste dal Testo Unico della Finanza
È stato accertato, inoltre, che il ventisettenne organizzava e partecipava, quale relatore, a convegni sul tema della moneta virtuale, in occasione dei quali proponeva e collocava abusivamente prodotti e servizi d’investimento finanziario. Attraverso la sua condotta illecita, il “promotore” – anche mediante l’ausilio di altri soggetti compiacenti, parimenti indagati - induceva in errore i risparmiatori attraverso proposte di investimento a condizioni estremamente favorevoli, promettendo loro un rendimento “sicuro” e ingente. La negoziazione degli investimenti in realtà avveniva in assenza delle autorizzazioni previste dal Testo Unico della Finanza (d.lgs n. 58/1998). Allo stato, il profitto del reato è stato quantificato in oltre 500mila euro, corrispondenti al totale degli importi illecitamente accumulati e sottratti dagli indagati ai diversi soggetti truffati. Le indagini hanno permesso di accertare che il destinatario del provvedimento cautelare promuoveva abusivamente prodotti, strumenti finanziari e attività di investimento in criptovalute e NFT (non-fungible token) nell’interesse di una società di capitali di diritto italiano e di società di diritto estero (aventi sede in Lussemburgo e in Costa Rica, nelle Seychelles e nelle Isole Vergini), alcune delle quali operanti in territorio nazionale mediante piattaforme di investimento online - riporta il comunicato stampa della Gdf -.
Sequestro preventivo anche di dispositivi elettronici per l’accesso a Internet nella disponibilità dell’indagato
I finanzieri del comando provinciale di Verona, d’intesa con la locale procura della Repubblica, hanno provveduto a segnalare tre di queste piattaforme alla Consob (Commissione nazionale per le società e la borsa) dopo aver accertato che le stesse erano prive delle autorizzazioni per poter operare nei mercati finanziari italiani. Al fine di prevenire il rischio di prosecuzione dell’attività criminosa anche durante il periodo della misura cautelare, il provvedimento di sequestro preventivo ha avuto ad oggetto, tra l’altro, i dispositivi elettronici per l’accesso a Internet nella disponibilità dell’indagato. La colpevolezza dei soggetti sottoposti a indagine sarà definitivamente accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile, vigendo la presunzione di innocenza prevista dall’art. 27 della Costituzione. Ancora una volta, l’attività della Guardia di finanza - forza di polizia con competenze specialistiche in campo economico-finanziario - ha perseguito l’obiettivo di tutelare i risparmiatori, spesso danneggiati dalle condotte di abusiva gestione finanziaria, e di contrastare ogni forma di concorrenza sleale realizzata, anche via web, da soggetti sprovvisti delle previste autorizzazioni dell’Autorità di vigilanza.
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