VARESE - I finanzieri del comando provinciale della Guardia di finanza di Varese nel corso di un’operazione finalizzata al contrasto del traffico internazionale di stupefacenti, hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, una donna italiana rea di aver importato quattro chili lordi di cocaina, sapientemente occultata nel doppiofondo di una pentola. La spedizione, arrivata alla Cargo City dell’aeroporto di Malpensa proveniente dall’Ecuador, è stata intercettata dalle Fiamme gialle del gruppo di Malpensa che, impegnate ad analizzare le migliaia di spedizioni transitanti ogni giorno, sulla base di accurate procedure di selezione basate su indici di rischio economico-finanziario hanno individuato quella contenente la sostanza stupefacente. Nella fase successiva all’analisi di rischio, i finanzieri hanno ispezionato un pacco contenente un set di pentole apparentemente insospettabile. Tuttavia, l’acume investigativo e l’esperienza dei militari hanno permesso di notare tra i numerosi tegami visivamente perfetti uno più pesante degli altri ed in cui era stato ricavato un doppiofondo perfetto tra la parte di cottura ed il tegame contente la cocaina.
Droga consegnata a Cupra Marittima
Con l’autorizzazione dell’Autorità giudiziaria di Busto Arsizio, i finanzieri hanno dato esecuzione alle “operazioni speciali” finalizzate ad acquisire ulteriori prove ed elementi di fatto utili a individuare i responsabili del traffico di droga, identificando la reale destinataria della spedizione, che è stata consegnata a Cupra Marittima. Il conseguente intervento in flagranza ha consentito alla polizia economico-finanziaria di sequestrare la spedizione contenente più di quattro chili di cocaina e di arrestarne l’importatrice. Si tratta della massima espressione di proiezione investigativa, che permette alle Fiamme gialle di Malpensa di condurre indagini ed eseguire, in flagranza, fermi, arresti e sequestri anche oltre il sedime aeroportuale. Durante l’operazione in flagranza di reato, i finanzieri hanno perquisito l’abitazione dell’arrestata ed hanno rinvenuto anche dell’hashish, un bilancino di precisione e due telefoni cellulari che sono stati sequestrati in quanto cose pertinenti al reato e sottoposti ad esame da parte dei finanzieri qualificati Computer forensics e Data analysis (Cfda) utili per l’acquisizione delle prove legate a crimini – specialmente se informatici.
Disposta dal Giudice per le indagini preliminari di Fermo la misura cautelare dell’indagata in carcere
Si tratta di una branca dell’informatica forense che prevede il recupero, l’analisi e la documentazione dei dati (anche quelli cancellati) presenti all’interno di computer, hard disk ed altri dispositivi digitali di memorizzazione. Tali operazioni vengono svolte allo scopo di raccogliere ulteriori elementi probatori da utilizzare per dimostrare la sussistenza di un reato. Il Giudice per le indagini preliminari di Fermo ha convalidato l’arresto in flagranza operato dalle Fiamme gialle, disponendo altresì la misura cautelare dell’indagata in carcere vista la ravvisata gravità della condotta dell’indagata, dato che la donna organizzava il traffico da casa. Determinanti per la valutazione anche dell’elevato rischio di recidiva, si sono rivelate specialmente le discordanze nelle dichiarazioni rese dall’indagata, apparse del tutto inverosimili considerata la sua professionalità nell’agire non solo nel ricevere spedizioni ma anche nell’organizzare assieme ad altri soggetti gravati da plurimi precedenti ulteriori importazioni di spedizioni del tutto simili a quella sequestrata.
L'operazione della Gdf impedisce l’approvvigionamento di un ingente quantitativo di cocaina ai pusher
Tale operazione di costante attività di controllo economico-finanziario del territorio effettuato dalla Guardia di finanza, dimostra come il Corpo abbia un ruolo fondamentale nel contrasto ad ogni forma di traffico illecito, incluso quello internazionale di droga, avendo impedito l’approvvigionamento di un ingente quantitativo di cocaina ai pusher che poi, ricavandone almeno 6.000 dosi, l’avrebbero distribuita ai giovani nelle piazze di spaccio, per un profitto illecito stimato di almeno 300.000 euro. Per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna. La diffusione di questa notizia è autorizzata dalla competente procura della Repubblica in ottemperanza alle disposizioni del Decreto legislativo n. 188/2021, ritenendo sussistente l’interesse pubblico all’informazione con particolare riferimento al contrasto al traffico internazionale di stupefacenti, nonché di ogni altra forma di criminalità economico-finanziaria.
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