NAPOLI - Nei giorni scorsi ho preso parte ad un evento veramente bello, assistendo alla intitolazione ad Alfredo Siani (in vita) di una sala multimediale del reparto di radiologia dell’Istituto Pascale di Napoli. È un riconoscimento importante che però normalmente la persona cui viene riservato, non ne può gioire. Ho un debito di riconoscenza con il dottore Siani, che ho conosciuto agli esordi della mia carriera lavorativa. Una persona capace di aiutare i giovani, senza dare però peso a ciò che faceva e che fa e senza aspettarsi nulla in cambio. Dapprima primario di radiologia proprio presso l’Int Fondazione Pascale, presidente della Sirm, direttore generale dell’allora “Vecchio Policlinico” e, dopo il pensionamento, tanta beneficenza; in realtà già iniziata ai tempi del Pascale, come lui stesso ama raccontare. Una sorta di solidarietà silenziosa.
Alfredo Siani a Lomé per lavorare per fare training a giovani del luogo
«L'inizio di questa storia di amicizia fra me ed il Togo nasce nel 2009, quando Padre Marius, sacerdote del Burkina Faso, ma operante in Togo, mi chiese un ecografo per l'Ospedale dei Padri Camilliani a Lomé che riuscii ad inviare dopo qualche mese. Questo permise a Padre Marius di scatenarsi, iniziò a chiedermi diverse apparecchiature, mi resi conto di dovere andare in Togo e capire quali fossero le reali necessità. Tra lo stupore generale partii per questa grande avventura, arrivando a Lomé, ospite dei Padri Camilliani. Conobbi una comunità che mi colpì per la sua semplicità, l'entusiasmo, la competenza con cui curavano i pazienti che si recavano presso il loro centro. I loro programmi erano ambiziosi, li rendemmo sostenibili e, tornato in Italia. Io cercai di realizzare una struttura di radiodiagnostica che potesse essere di supporto all'ospedale. E così, passo dopo passo, senza ricorrere a sms, spot pubblicitari, ricerca fondi di alcun genere, sono riuscito, grazie ad un gruppo di amici, ad inviare un container di attrezzature radiologiche perfettamente funzionanti, per creare un moderno servizio di radiodiagnostica. E non ci siamo fermati, perché grazie ad altri amici, poi, con Padre Marius, abbiamo avuto il modo di portare un'ambulanza, tremila lenti, un apparecchio per la molatura, tre cullette per neonati prematuri, un altro ecografo, un elettrocardiografo. E poi? Aspettiamo che sistemino tutto e poi andrò a Lomé per lavorare un po' con loro, se necessario fare training a giovani del luogo. Sempre in silenzio, senza clamore, tante cose da fare con questi amici con cui, forse, un giorno ci incontreremo, magari a Lomé».
Il dottore Siani per i giovani con disabilità cognitive e comportamentali
Queste le parole di Alfredo Siani, che sicuramente riesce a raccontare meglio di tutti il suo modo di essere. Ma non finisce qui: Siani sostiene in modo attivo anche il progetto "Io sono. Io posso. Percorso di Consapevolezza, Autonomia e Crescita", destinato a giovani con disabilità cognitive e comportamentali. Con l’obiettivo dell’inclusione sociale e comportamentale. Questo avviene attraverso corsi pratici, per consentire ai ragazzi di imparare un lavoro e poter vivere una vita lavorativa appagante. Ed è questo modo di essere del dottore Siani, che ha reso possibile un riconoscimento così bello e importante che mi sento di festeggiare e raccontare ai miei lettori.
di Emanuela Di Napoli Pignatelli
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