Terrore vergine. Ma Nuova Stoccolma è pure sentirsi speciali

ROMA - Successo e presentazioni a Napoli e a Roma - non a caso tra le città protagoniste - del romanzo Nuova Stoccolma di Charles Papa, giornalista di origini londinesi prestato al mondo della musica con il ruolo di dj. È ora di condividere le mie impressioni su questo libro. Le vibrazioni della scrittura giornalistica e dell'expertise musicale si percepiscono chiaramente. Si tratta del secondo lavoro letterario, con cui lo scrittore torna a tre anni dall'esordio, dando seguito alla cosiddetta trilogia del tempo e lo fa nuovamente con la casa editrice molisana BigBox. La scrittura si caratterizza per frasi brevi, tipiche dello stile giornalistico. Tutto il fluire della narrazione è accompagnato, sin dall'incipit, da una vera e propria colonna sonora, che si arricchisce e si amplifica attraverso una serie di ulteriori citazioni musicali di generi e autori, che richiamano le atmosfere descritte e costituiscono un viaggio nel viaggio.

Immagini in parte poetiche, in parte fulminanti nella loro crudezza e nella loro immediatezza

La scrittura apparentemente così semplice da risultare, a tratti, addirittura banale e banalizzante per le situazioni descritte - che scivolano in alcuni cliché -  sa d'improvviso sorprendere, assumendo corposità e complessità nel prosieguo del racconto. Si aprono squarci inaspettati di poesia, come quando il protagonista descrive un rapporto di vecchia data come qualcosa che venga tenuto insieme da ruggine e quotidianità o ancora quando racconta dell'incedere delle gocce di pioggia come della marcia di un esercito silenzioso e inarrestabile che resta acquattano nell'ombra per poi scivolare piano lungo una sorta di percorso minato. Quella stessa pioggia sa diventare, però, pianto di Dio, capace di sanare le ferite e di dare una nuova speranza. Papa riesce  anche a far percepire il gelo di un terrore mai provato prima, tale da essere definito come un "terrore vergine". Immagini in parte poetiche, in parte fulminanti nella loro crudezza e nella loro immediatezza.

Ci si trova vorticosamente proiettati nel panico di un attentato terroristico

Il racconto si svolge attraverso tre dimensioni parallele e introduce in maniera apparentemente nebulosa e casuale i personaggi protagonisti e quelli primari e comprimari, per poi riannodare piano piano i fili delle loro interazioni e relazioni, disvelandone il senso. I piani narrativi e dimensionali sono quelli - in un'alternanza e sovrapposizione tra passato, presente e futuro - delle vite di Carlo Senigallia, Axel Barnhus e Alessandro Tucci, un attore spiantato. Poi ci sono i luoghi: prima Siena, poi Nuova Stoccolma, una sorta di colonia detentiva dall'atmosfera apocalittica e, a sorpresa, di nuovo un ritorno alla normalità con città come Napoli e Roma. Da una dimensione quotidiana, prima felice e poi dolorosa, ci si trova vorticosamente proiettati nel panico di un attentato terroristico e nella gelida temperie di un omicidio plurimo. Non è mai chiaro e distinto dove finisca il sogno e cominci l'allucinazione orrorifica, per poi tornare ancora alla realtà.

Inquadrando col cellulare la prima di copertina, è possibile ascoltare la voce dell'autore

Una realtà ogni volta diversa che rivela un nuovo tassello di senso. Le possibilità di fruizione sono moltiplicate grazie al ricorso alla realtà aumentata. Infatti, inquadrando col cellulare la prima di copertina, è possibile ascoltare la voce dell'autore che ci aiuta ad addentrarci nelle trame narrative del romanzo. È anche possibile accedere alla playlist completa che accompagna ogni capitolo del romanzo. Una dimensione che potrebbe rivelarsi particolarmente affascinante per i giovani, perché si muove tra un podcast, un audiolibro e una web serie. Si tratta di un libro multisensoriale e multistrato a livello narrativo. È connotato anche da un'elevata leggibilità dei caratteri, più grandi di quelli abituali, accompagnati da spaziature sapientemente distribuite. La realtà oniroide che incontriamo via via è solo il frutto delirante di una mente dissociata, sempre più aliena alla realtà e meno lucida o porta alla ribalta i demoni del protagonista che incarnano altrettante prese di consapevolezza di realtà e verità scomode, ma necessarie?

Amore perduto, non riconosciuto, deluso

Uno degli interrogativi principali rimane questo: quando il sentirsi speciali diventa espressione di arroganza e di un potere malato, che vuole farsi giudice assoluto e deus ex machina della vita di tutti e di un'unica interpretazione possibile di cosa sia il benessere e la serenità? Forse il confine sta nell'amore perduto, non riconosciuto, deluso, disprezzato e calpestato. E nell'uso che facciamo della libertà concessaci sotto forma di libero arbitrio. Lì si colloca il crocevia: una scelta potrebbe trasformare il dolore patito in empatia verso la dolente condizione altrui. Un'altra ci renderà, invece, tiranni ed egoisti. Una valorizzerebbe la fortuna del sentirsi amati in maniera esclusiva. L'altra ci porterà agli antipodi, facendoci sentire legittimati a diventare indiscussi protagonisti di una girandola di relazioni al di fuori e al di sopra dell'etica. Nel dipanarsi della trama si avvertono le risonanze di libri come quelli orwelliani, in particolare 1984 e La fattoria degli animali, ma anche di testi distopici come Il diario dell'ancella e I testamenti di Margaret Atwood. Al lettore l'arduo compito di decodificare la sua realtà.

di Tania Sabatino

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