NAPOLI - Il teatro Serra, che nutre i talenti. Il teatro Serra di Fuorigrotta - in via Diocleziano 316 - è un incubatore di talenti. Un luogo magico, dove nutrire e far germogliare le potenzialità di artisti giovani e giovanissimi, ma non solo.
Teatro strumento di espressione, che dà modo di essere, di esistere e di creare
«Per me - racconta Pietro Tammaro, a cui è affidata la gestione - il teatro, in generale, è il luogo del disagio, dove le fragilità, i demoni, le ombre esistenziali di ognuno di noi si trasformano in forza, luce e generatività, attraverso l'atto creativo. È stato così anche per me, che mi consideravo un marginale, un disagiato. Nel teatro ho trovato il mio posto nel mondo, uno sprone e uno strumento di espressione, che mi ha dato modo di essere, di esistere e di creare».
Il premio Serra a valenza nazionale e internazionale
Tutto nasce nel 2016, quando Tammaro torna da una serie di esperienze teatrali in giro per il mondo, che sono durate tra i 15 e 20 anni, e cerca un posto nel suo quartiere dove potersi fermare e dove poter mettere a frutto le conoscenze e le competenze accumulate e rielaborate nel corso del suo iter. Gli viene proposto di condurre un'attività in questo piccolo spazio sotterraneo e lui decide di farne, assieme a Mauro Palumbo, un luogo dove creare una propria compagnia teatrale e offrire una possibilità concreta di formazione ai giovani talenti. Il progetto evolve nel tempo e arriva anche il premio Serra a valenza nazionale e internazionale, che offre la possibilità agli artisti in formazione di scrivere e rappresentare un proprio monologo, una piccola mise en scène nonché un palco dove mettersi alla prova, esprimersi ed entrare in contatto con un pubblico variegato. I vari laboratori coprono un arco molto ampio d'età: dal nucleo fondante, che è quello dei giovanissimi, tra i 10 e i 15 anni, fino agli under e agli over 35, senza dimenticare alcuni talenti speciali che trovano in e attraverso questo luogo il modo di esprimere sé stessi e il rapporto con una condizione esistenziale complessa. La variegata composizione del gruppo attoriale si rispecchia nel pubblico, che include sia i giovani e i giovanissimi del quartiere, cui offre un luogo di aggregazione e di incontro, sia gli over 40.
Luogo immaginato proprio come una serra, dove germogliano talenti
«Noi abbiamo immaginato - continua Tammaro - questo luogo proprio come una serra, dove germogliano talenti. È però una serra che non è ubicata alla luce del sole, bensì nelle viscere, nel ventre della terra. Attraverso l'energia, il sole, sprigionato dalle persone che qui operano, si formano e si incontrano, riesce a incarnare la medesima funzione generativa. È un luogo di resistenza, di resilienza e di rivoluzione culturale che parte dal basso. La risposta del quartiere appare entusiastica, a partire dagli abitanti del palazzo, dove il piccolo spazio è ubicato, che in maniera diretta e indiretta ne sostengono le attività, riconoscendogli un ruolo di aggregatore e di attrattore culturale per tutta la città».
Il pubblico del teatro arriva non soltanto dal quartiere, ma anche dal centro storico
«Il teatro - aggiunge Tammaro - ha sempre una funzione salvifica. Anche quando io interpreto un personaggio apparentemente negativo, quest'ultimo mi educa e io, filtrandolo attraverso la mia peculiare sensibilità, cultura e le mie esperienze, riesco a illuminarlo e a trasformare le ombre in luce. Il pubblico di questo teatro arriva non soltanto dal quartiere, dai Campi Flegrei, ma anche dal centro storico. Appaiono rappresentate anche altre parti d'Italia, in particolare del Nord».
Le compagnie teatrali del proprio luogo d'origine
Infatti questo piccolo e tenace spazio ha dato e dà voce ed espressione anche a compagnie teatrali, piccole e grandi, provenienti da altre parti d'Italia che in altri teatri non hanno trovato un posto che gli abbia dato accoglienza. Il pubblico del teatro Serra segue le compagnie teatrali del proprio luogo d'origine e del proprio cuore e quindi proviene da ogni dove.
di Tania Sabatino
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