Battaglie entusiasmanti e spettacolari su temi, drammi e speranze
«Ho deciso che è arrivato il momento di raccontare la mia storia – riflette Marco Cappato - uscendo per un attimo dalla cronaca quotidiana. Mi sono reso conto che persino chi conosce bene me e l'Associazione Luca Coscioni in realtà sa poco di battaglie entusiasmanti e spettacolari su temi, drammi e speranze che appartengono al vissuto di ciascuno. Nel frullatore della comunicazione istantanea restano nascoste, o sepolte, vicende capaci di cambiare il nostro Paese e rischia di andare perduta la memoria della persona Marco Pannella alla quale devo molto di ciò che ho imparato».
Cappato anticipa anche qualcosa sullo spettacolo e sulla decisione di raccontare e raccontarsi
«Con questo spettacolo voglio far rivivere al pubblico anche la dimensione più umana e personale di episodi che, anche quando hanno raggiunto il "grande pubblico", lo hanno fatto magari o solamente attraverso un titolo di giornale o un immagine che resta impressa nella mente, parlo delle storie di Luca Coscioni, Piergiorgio Welby o Dj Fabo, ma anche dei referendum, delle disobbedienze civili e degli scioperi della fame. Di quelle storie però, si dimentica col tempo la posta in gioco per le vite di ciascuno, rimane il ricordo di "eccessi" spesso giudicati scandalosi, fuorilegge e provocatori, ma in linea con quel «lungo, immenso e ragionato sregolamento di tutti i sensi» invocato dal poeta Arthur Rimbaud e che Pannella considerava il migliore manifesto per il Partito radicale. Sono convinto che raccontando a teatro – fuori dal recinto della comunicazione politica - il presente e il passato riusciremo a guardare meglio anche al futuro, a nuove speranze e obiettivi, a partire da quelli dell'Associazione Luca Coscioni e di Eumans sul diritto alla scienza, sull'innovazione politica, l'intelligenza artificiale civica, gli psichedelici e le nuove forme di partecipazione digitale senza i quali è la democrazia stessa ad avere gli anni contati».
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