Foreste del Grande Limpopo in Mozambico, il progetto di Eni

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MAPUTO - Eni lancia un importante progetto per la protezione delle foreste del Parco transfrontaliero del Grande Limpopo in Mozambico. Si tratta del primo progetto in assoluto a ricevere una licenza REDD+ dalle autorità mozambicane, con l'obiettivo di promuovere la conservazione delle foreste e della biodiversità del Mozambico. Eni, in collaborazione con Biocarbon Partners (BCP), lancia il progetto Great Limpopo, la più grande iniziativa mai sviluppata in Mozambico per proteggere le foreste e contrastare le cause di deforestazione in linea con il quadro REDD+, definito e promosso dalle Nazioni Unite. Il programma mira a preservare le foreste in un'area fino a 4 milioni di ettari in 4 province del Mozambico, ovvero Manica, Sofala, Inhambane e Gaza. È stato progettato congiuntamente con le istituzioni mozambicane a livello nazionale e provinciale, nonché con i leader e i membri della comunità e si basa sugli studi di fattibilità completati da Eni nel 2023, coinvolgendo tutti gli stakeholder interessati per garantire la massima aderenza del progetto alle esigenze specifiche dell'area.

Conservazione e ripristino della biodiversità

In particolare, le attività di conservazione mirano a ridurre la perdita di foreste attraverso l'impegno attivo delle comunità nella gestione delle risorse forestali, insieme con la promozione di iniziative climatiche di agricoltura smart e alla creazione di opportunità economiche, coinvolgendo oltre 320.000 persone. Il progetto contribuirà anche alla conservazione e al ripristino della biodiversità, collegando i principali parchi nazionali del Mozambico e del Sudafrica con le aree forestali comunali per creare corridoi naturali per la fauna selvatica; elefanti, leoni, ghepardi e leopardi sono solo alcune delle specie a rischio che vivono nell'area e che saranno protette grazie al progetto. Eni assicurerà al progetto un flusso finanziario sostenibile e a lungo termine, incanalato verso il miglioramento dei mezzi di sussistenza delle comunità attraverso il ritiro dei crediti di carbonio generati e monitorando costantemente la qualità e l'integrità socio-ambientale del mercato volontario dei crediti di carbonio - riporta il comunicato stampa di Eni -.

Uso di soluzioni di cottura più efficienti dal punto di vista energetico

L'iniziativa si inserisce nella strategia nazionale del Mozambico in materia di foreste ed è allineata all'approccio di Eni verso i Paesi produttori oltre che alla propria strategia net-zero. Eni punta a diventare carbon-neutral entro il 2050 decarbonizzando le proprie attività, la catena del valore e i prodotti con un mix di diverse leve e tecnologie, compresi i progetti Nature and Technology Based per compensare le emissioni residue che non possono essere abbattute con le tecnologie esistenti. Entro il 2050, i crediti di carbonio rappresenteranno il 5% di tutte le leve utilizzate per raggiungere l'obiettivo della neutralità carbonica. Eni è presente in Mozambico dal 2006 con un'ampia gamma di attività che vanno dalla produzione di idrocarburi attraverso il progetto Coral South alle iniziative per favorire la transizione energetica del Paese; tra queste, il programma clean cooking, che promuove l'uso di soluzioni di cottura più efficienti dal punto di vista energetico, e il progetto agri-feedstock che sta includendo il Mozambico nella catena di valore dei biocarburanti.

Soluzioni basate sulla natura per affrontare il cambiamento climatico

L'azienda contribuisce inoltre a migliorare la diversificazione economica del Paese, l'accesso all'istruzione e alla salute. Il lavoro di BCP si basa sulla consapevolezza che, per affrontare la deforestazione, è necessario guardare più in profondità e affrontare le cause profonde legate alle ragioni economiche e sociali alla base della deforestazione, attraverso una forma credibile di finanziamento della conservazione. Ciò pone le comunità, custodi della terra, in prima linea nell'utilizzo di soluzioni basate sulla natura per affrontare il cambiamento climatico. BCP è un'organizzazione nata e basata in Africa che oggi sta varcando i confini con l'intento di condividere la propria esperienza tecnica e le storie di successo in tutta l'Africa meridionale. Questo fa parte del loro piano strategico per sostenere la conservazione transfrontaliera, proteggendo la biodiversità di alto valore di oltre 10 milioni di ettari entro il 2024.

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