Guardia di finanza, comando provinciale di Bari |
MOLFETTA - La Guardia di finanza di Bari ha provveduto all'arresto di un amministratore di fatto di un diplomificio, i finanzieri hanno sequestrato beni per oltre 130.000 euro. Nella giornata di mercoledì 13 novembre 2024, i finanzieri del comando provinciale di Bari hanno dato esecuzione a un'ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trani su richiesta della locale procura della Repubblica, nei confronti dell'amministratore di fatto di un "diplomificio" avente sede in Molfetta. Contestualmente sono stati sottoposti a sequestro beni per un valore stimato di oltre 130.000 euro. L'operazione costituisce l'epilogo di articolati approfondimenti investigativi delegati dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Trani alla compagnia di Molfetta nei confronti di un soggetto - già sottoposto alla custodia cautelare in carcere nel mese di maggio 2024 per truffa aggravata e circonvenzione d'incapace - dedito alla realizzazione di falsi certificati e attestazioni afferenti a corsi di formazione mai realmente erogati.
Rilascio di più di 100 certificati falsi
Gli attestati venivano forniti ai clienti a fronte di cospicui pagamenti in contanti e a mezzo bonifico, per essere successivamente utilizzati per acquisire indebitamente maggiori punteggi nelle graduatorie dei concorsi pubblici per personale Ata e Gps. L'indagato, dopo la traduzione in carcere avvenuta il 27 maggio 2024, aveva ottenuto la sostituzione della misura con gli arresti domiciliari prima e con l'obbligo di dimora poi. Inoltre, a seguito della proposta di applicazione della misura di prevenzione avanzata dalla compagnia della Guardia di finanza di Molfetta, l'indagato era stato altresì destinatario, nel mese di ottobre 2024, dell’avviso orale emesso dal questore di Bari ex artt. 1 e 3 D.lgs. 159/2011, che ne ha confermato la pericolosità sociale. Le indagini delegate dalla procura della Repubblica successivamente all'esecuzione del primo arresto, hanno permesso, secondo l'ipotesi ritenuta allo stato dal giudice, di accertare - in aggiunta al rilascio di più di 100 certificati falsi in violazione dell'art. 482 (falsità materiale commessa dal privato) C.p. - numerose intestazioni fittizie perpetrate dall'indagato - riporta il comunicato stampa della Guardia di finanza -.
Trasferimento fraudolento di valori
In particolare, lo stesso, al fine di sottrarsi al pagamento delle ingenti cartelle esattoriali emesse dall'Agenzia delle entrate riscossione, ammontanti a circa 270.000 euro, compiva numerosi atti fraudolenti consistenti nell'intestazione fittizia a soggetti terzi della predetta ditta individuale, dei relativi conti correnti e di un'autovettura, per un controvalore stimato in oltre 360.000 euro (valore costituito dalla somma degli importi trasferiti così come rilevati dai conti correnti, pari 230.000 euro e dal valore dei beni sequestrati pari 130.000 euro), rendendosi responsabile (sempre secondo l'ipotesi allo stato ritenuta) delle ulteriori condotte delittuose di cui agli artt. 512-bis (trasferimento fraudolento di valori) C.p. e 11 (sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte) D.lgs. 74/2000 (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della relativa verifica processuale nel contraddittorio con la parte).
Corsi di formazione e corsi di aggiornamento
Pertanto, sulla base delle indagini delegate dal pubblico ministero alla Guardia di finanza, sono stati richiesti e ottenuti l'ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, consistente nella custodia cautelare in carcere, nonché il sequestro preventivo di due aziende (una di proprietà e l'altra amministrata di fatto) operanti nel settore dei "corsi di formazione e corsi di aggiornamento", un'autovettura, numerosi conti correnti, carte prepagate e gioielli, quali beni oggetto di intestazione fittizia e trasferimento fraudolento. Questa operazione costituisce un'ulteriore testimonianza del costante presidio alla legalità assicurato dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Trani avvalendosi della Guardia di finanza quale polizia economico-finanziaria, per la repressione dei reati contro il patrimonio, la tutela della fede pubblica e la legalità economica. Il procedimento penale pende è nella fase delle indagini preliminari e, pertanto, le persone indagate non sono state ancora rinviate a giudizio e non possono essere considerate colpevoli fino alla pronuncia di una sentenza definitiva di condanna. Questa diffusione è stata autorizzata dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Trani in ottemperanza alle disposizioni del D.Lgs. n. 188/2021, ritenendo sussistente l'interesse pubblico all'informazione con riguardo alla tutela della legalità economica.
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