Due uomini che chiedono il pizzo a un commerciante nel leccese |
LECCE - I carabinieri hanno arrestato un pregiudicato di 56anni gravemente indiziato dei reati di estorsione e tentata estorsione aggravate dal metodo mafioso, ai danni di commercianti e imprenditori di un comune della provincia leccese. Fra le vittime, anche il sindaco del paese, che dopo aver ricevuto la richiesta di consegnare 500 euro destinate alle famiglie dei carcerati, con grande coraggio si è rivolto ai carabinieri per denunciare il tentativo di estorsione. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lecce, su richiesta della locale procura della Repubblica. L'indagine dei militari dell'Arma è cominciata a luglio del 2024, quando il sindaco si è rivolto ai carabinieri per raccontare che mentre si trovava con altre persone in un bar del paese, si era avvicinato a lui un pregiudicato molto conosciuto dalla gente del posto per la sua indole violenta e aggressiva, che nell'imminenza di una sagra organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con il Comune, gli aveva chiesto 500 euro come "regalo" per lui e per le famiglie di detenuti in carcere.
"Pizzo" per il controllo degli eventi culturali organizzati da Amministrazione comunale e associazioni del luogo
Il primo cittadino aveva rifiutato categoricamente quella richiesta, che gli era stata rivolta sfacciatamente in luogo pubblico, con parole semplici, prive di minacce esplicite e plateali, ma comunque capaci di incutere timore e soggezione come nel più classico stile mafioso. Tra l'altro il 56enne aveva pure rincarato la dose, rivelando al sindaco l'intenzione di voler acquisire, tramite l'imposizione del "pizzo", il controllo degli eventi culturali organizzati da Amministrazione comunale e associazioni del luogo, compresa la festa patronale. A quel punto il sindaco, dimostrando grande coraggio e risolutezza, non ha esitato un secondo a denunciare ai carabinieri le pressioni del pregiudicato. Nel corso dell'attività investigativa, che è stata condotta dagli uomini del Nucleo investigativo di Lecce con il coordinamento della procura della Repubblica di Lecce, sono state numerose le persone convocate in caserma per acquisire notizie sui presunti taglieggiamenti messi in atto dal 56enne, ma purtroppo è emerso un desolante panorama di intimidazione perché in molti, conoscendo lo spessore criminale dell'estorsore e avendo paura di ritorsioni, hanno preferito il silenzio assoluto, ostacolando l'accertamento dei fatti.
Chiesti soldi con l'avvertimento che servivano per mantenere ventuno detenuti in carcere
Alla fine, l'indagine dei carabinieri ha dimostrato che il 56enne aveva messo sotto estorsione altri commercianti del posto, pretendendo da loro la consegna di somme di denaro che oscillavano da un minimo di 20 a un massimo di 100 euro. In altri casi l'uomo pretendeva biglietti omaggio per le varie manifestazioni cittadine, inoltre si presentava più volte al giorno nei bar e negozi del paese per consumare bevande o fare degli acquisti senza avere soldi per pagare il conto, come se quella "prassi" fosse del tutto normale. Uno dei più recenti episodi accertati grazie all'indagine dei carabinieri è accaduto a settembre del 2024, quando l'uomo si è presentato da una delle vittime per chiedere il "pizzo" di cento euro, dialogo che i militari dell'Arma hanno potuto documentare e registrare dato che l'incontro è avvenuto sotto all'obiettivo delle telecamere di videosorveglianza installate nel negozio. Al negoziante erano stati chiesti quei soldi con l'avvertimento che servivano per mantenere ventuno detenuti in carcere.
I reati estorsivi ipotizzati sono tutti aggravati dal metodo mafioso
Il provvedimento restrittivo è stato eseguito nel pomeriggio di giovedì 12 dicembre 2024, quando i carabinieri del Nucleo investigativo insieme con i colleghi della compagnia di Casarano (Lecce), hanno rintracciato è arrestato il destinatario della misura mentre si trovava in giro per il paese. I reati estorsivi ipotizzati sono tutti aggravati dal metodo mafioso. L'uomo è stato portato in carcere e interrogato dal giudice delle indagini preliminari. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, l'eventuale colpevolezza in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.
Ricerche Correlate
Commenti
Posta un commento