![]() |
Guardia di finanza, comando provinciale di Varese |
VARESE - La Guardia di finanza di Varese ha provveduto alla chiusura di una partita Iva riconducibile a un rappresentante fiscale operante per conto di 1385 soggetti economici esteri. I finanzieri del comando provinciale di Varese, nell’ambito del dispositivo di controllo economico del territorio, anche virtuale, eseguendo mirati e specifici accertamenti hanno individuato numerosissime partite Iva, riportanti denominazioni di origine sinica, operanti nel settore dell’e-commerce e rappresentate dal medesimo soggetto di origine cinese. Dall’analisi, sono emersi, sin da subito, numerosi indici di rischio derivanti da: l'elevato numero di soggetti rappresentati; la recente costituzione del rappresentante fiscale; la presentazione della dichiarazione dei redditi indicante un volume dei ricavi irrisorio; l'assenza di pagamento di tributi e assenza di qualsiasi bene o contratto intestato nonché precedenti di polizia in capo al soggetto rappresentante in quanto arrestato per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
Garanzia da prestare coincidente con cauzione in titoli di stato
Pertanto, evidenziata la totale inesistenza e inadeguatezza del soggetto a poter rappresentare tale mole di partite Iva, è stata chiesta e ottenuta la cessazione della partita Iva da parte della Direzione provinciale dell’Agenzia delle entrate competente. Tale attività testimonia il lavoro della Guardia di finanza in tema di prevenzione e supporto alla compliance nell’ottica di prevenire le frodi e di intervenire tempestivamente, prima dell’emersione dell’evasione o di condotte distorsive del mercato e di mancata pretesa erariale. In quest’ottica, si specifica che in tema di cessazione delle partite Iva operanti tramite il rappresentante fiscale, di recente, è stato previsto che sarà necessaria una garanzia da prestare, coincidente con cauzione in titoli di stato, fideiussione bancaria o polizza fideiussoria, in base alle partite Iva rappresentate che andrà da un minimo di 30mila euro a un massimo di due milioni di euro. La Gdf contrasta le frodi non solo sul piano repressivo ma anche nella prospettiva di prevenzione degli illeciti fiscali e di stimolo alla compliance. In questo senso, nei confronti delle imprese coinvolte nei circuiti di frode viene sistematicamente richiesta la cessazione delle relative partite Iva.
Ricerche Correlate
- Dior deve 2 milioni di euro in 5 anni per lo sfruttamento sul lavoro
- Associazione mafiosa e usura, 8 persone arrestate dai carabinieri
- Sequestri per milioni di euro a 15 soggetti appartenenti alla 'ndrangheta
- Salute dei bambini a Luanda, iniziative di Eni Foundation ed Eni Natural Energies Angola
- Corruzione a danno della Siae, 17 indagati e arresto per agente mandatario
Altre Notizie
Commenti
Posta un commento