![]() |
Procura della Repubblica presso il tribunale di Firenze |
PRATO - Nella mattinata di giovedì 26 giugno 2025, militari del Ros Carabinieri di Firenze hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura degli arresti domiciliari nei confronti dell’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, indagato per il delitto di cui agli artt. 110, 318, 321 c.p. quale corruttore di Ilaria Bugetti, sindaca dimissionaria del Comune di Prato. Il Giudice per le indagini preliminari, nel provvedimento di applicazione della misura, ha ritenuto la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per il reato di corruzione nei confronti di Riccardo Matteini Bresci e Ilaria Bugetti, riconoscendo tutti gli episodi contestati dalla procura della Repubblica, guidata dal procuratore Filippo Spiezia, e affermando che la sindaca di Prato si è uniformata alle richieste dell’imprenditore in ragione del rapporto di amicizia e gratitudine che aveva verso il medesimo a causa dei benefici ricevuti nel corso degli anni.
Dimissioni dell’indagata dalla carica di prima cittadina di Prato
Nei confronti del solo imprenditore, il Gip, nell’applicare la misura, ha riconosciuto la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato affermando la tendenza dell’indagato a utilizzare le persone che ricoprono cariche pubbliche e che possono operare in suo favore piegando così ai suoi interessi la loro funzione. Il Gip ha rigettato, invece, la richiesta di applicazione della misura cautelare avanzata dalla procura nei confronti della sindaca di Prato, Ilaria Bugetti. La mancata applicazione della misura cautelare non discende dall’assenza dei gravi indizi di colpevolezza, riconosciuti dal giudice, ma dal venir meno delle esigenze cautelari in seguito alle dimissioni dell’indagata dalla carica di prima cittadina di Prato. Secondo il Gip, infatti, sebbene le dimissioni saranno irrevocabili solo dopo il termine di venti giorni previsto dall’art. 53 comma 3 D.lgs. 18.8.2000 n. 267 (Testo Unico degli Enti locali), non può dubitarsi della serietà delle medesime. Le dimissioni, a dire del Gip, fanno venir meno il pericolo di reiterazione del reato che sarebbe stato immanente se l’indagata avesse mantenuto la carica pubblica, avendo la stessa, per anni, adottato un comportamento penalmente rilevante - riporta il comunicato stampa dell'Arma dei carabinieri -.
Condividi questo articolo
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
Ricerche Correlate
Altre Notizie
Chi siamo Articoli firmati
Cronaca Cultura Spettacolo Sport
Sostienici economicamente
Commenti
Posta un commento