Dai ricercatori italiani il No alla complicità con la guerra e gli armamenti

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Benjamin Netanyahu

ROMA - È nato il Coordinamento del personale degli Enti di Ricerca. Il 5 settembre 2025, durante l’incontro con la relatrice speciale, indipendente, delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, dal titolo "I saperi nell’economia del genocidio" svoltosi presso la Sapienza Università di Roma, è stata annunciata la formazione di un coordinamento del personale degli enti pubblici di ricerca (EPR). Questo coordinamento nasce dall'esigenza di rafforzare all'interno degli EPR le numerose iniziative che si oppongono al crescente coinvolgimento della ricerca nelle pratiche di guerra e che chiedono trasparenza sui progetti di ricerca, per verificarne l'eventuale destinazione bellica e l'uso duale. Le voci che sostengono questo coordinamento sono fermamente convinte che l’impegno della ricerca non debba mai essere messo al servizio di violazioni dei diritti umani. Di conseguenza, il coordinamento chiede con forza la sospensione immediata dei rapporti con istituzioni e aziende israeliane, che stanno apertamente e continuamente violando in modo sistematico la legislazione internazionale.

Il coinvolgimento della ricerca nelle attuali emergenze belliche

Oltre alle evidenti considerazioni etiche, proseguire tali rapporti significherebbe esporsi al rischio di complicità e illegalità. I membri di questo coordinamento hanno già promosso, all'interno dei singoli  EPR, diverse iniziative e appelli contro il coinvolgimento della ricerca nelle attuali emergenze belliche, con particolare attenzione al genocidio in corso in Palestina. Questi appelli hanno raccolto quasi 3500 adesioni certificate tra il personale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), dell’Istituto nazionale di geofisica  e vulcanologia (Ingv) e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). Ciò rappresenta un significativo punto di partenza per avviare un’azione congiunta di opposizione al coinvolgimento, spesso occulto, della ricerca, nell'economia e nella cultura della guerra - sostengono i ricercatori -. L’obiettivo è estendere questa iniziativa anche al personale degli altri enti pubblici di ricerca italiani, con i quali sono già in corso contatti, e di intensificare la collaborazione con quanti all’interno del mondo universitario condividono i medesimi intenti.

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