Imposta regionale sulla benzina, la Commissione europea chiede all'Italia di rispettare il diritto Ue

BRUXELLES - Il 27 novembre 2019 la Commissione europea ha reso note tutte le ultime decisioni sui casi d'infrazione che riguardano i Paesi aderenti all'Unione europea. Con le decisioni sui casi di infrazione adottate questo mese la Commissione europea avvia azioni legali nei confronti di alcuni Stati membri per inadempimento degli obblighi previsti dal diritto dell'UE.

Le decisioni qui esposte, relative a diversi settori e ambiti della politica dell'UE, mirano a garantire la
corretta applicazione del diritto dell'UE a favore dei cittadini e delle imprese.

Le decisioni principali adottate dalla Commissione sono illustrate di seguito, raggruppate per settore.

La Commissione procede inoltre ad archiviare 103 casi in cui le divergenze con gli Stati membri interessati sono state risolte senza che fosse necessario proseguire oltre nella procedura.

Rifiuti: la Commissione invita CIPRO, la GRECIA e l'ITALIA a migliorare la normativa nazionale relativa alle sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.

La Commissione invita Cipro, la Grecia e l'Italia a conformare la loro legislazione alla nuova direttiva (UE) 2017/2102, che modifica la direttiva 2011/65/UE sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche. La direttiva 65/2011/UE stabilisce norme sulla restrizione dell'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) per contribuire alla tutela della salute umana e dell'ambiente, compresi il recupero e lo smaltimento ecologicamente corretti dei rifiuti di AEE. Sebbene abbiano recepito la direttiva 2011/65/UE, i paesi interessati devono ancora adottare la legislazione necessaria per allineare pienamente la loro normativa a quella europea. I 3 Stati membri interessati stanno elaborando una nuova legislazione ma non hanno fissato un termine per tale adempimento; la Commissione ha pertanto deciso di inviare loro pareri motivati. Essi dispongono ora di 2 mesi per intervenire, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell'UE.

Appalti pubblici: la Commissione adotta ulteriori misure nei confronti di 4 Stati membri relativamente alle norme nazionali in materia di appalti pubblici e concessioni.

La Commissione ha deciso di inviare pareri motivati a Cechia e Polonia per la mancata conformità dei rispettivi ordinamenti nazionali alle direttive del 2014 in materia di appalti pubblici e concessioni (direttive 2014/24/UE, 2014/25/UE e direttiva 2014/23/UE). La Commissione ha inoltre deciso di inviare lettere di costituzione in mora complementari a Bulgaria e Italia con la richiesta di fornire ulteriori informazioni sulle rispettive norme nazionali di recepimento della medesima legislazione dell'UE. Tutte e 4 le decisioni assunte danno seguito alle lettere di costituzione in mora inviate nel gennaio 2019 e si aggiungono a quelle inviate nell'ottobre 2019. Gli Stati membri interessati dispongono ora di 2 mesi per rispondere alle argomentazioni formulate dalla Commissione nelle lettere di costituzione in mora complementari o nei pareri motivati inviati. In caso contrario la Commissione potrà decidere di dare seguito alle lettere di costituzione in mora inviando pareri motivati a Bulgaria e Italia e di deferire la Repubblica ceca e la Polonia alla Corte di giustizia dell'UE.

Qualifiche professionali: la Commissione invita 24 Stati membri a conformarsi alle norme dell'UE sul riconoscimento delle qualifiche professionali.

La Commissione ha deciso di inviare pareri motivati a 22 paesi (Austria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Cechia, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Ungheria), e lettere di costituzione in mora complementari a Germania e Malta, in merito alla mancata conformità della legislazione e delle prassi nazionali di tali paesi alle norme dell'UE relative al riconoscimento delle qualifiche professionali (direttiva 2005/36/CE modificata dalla direttiva 2013/55/UE). Mediante tali normative l'UE ha istituito un sistema moderno che contribuisce alla flessibilità dei mercati del lavoro, agevola ulteriormente la prestazione di servizi tra Stati membri e sancisce il riconoscimento automatico delle qualifiche professionali nei paesi dell'UE per alcune professioni, ad esempio quelle di architetto, medico o infermiere. Le lettere di costituzione in mora complementari e i pareri motivati inviati dalla Commissioni riguardano le norme relative alla libertà di stabilimento, alla libera prestazione dei servizi, al riconoscimento automatico delle qualifiche, all'agevolazione dei requisiti amministrativi per le procedure di riconoscimento, al riconoscimento dei tirocini professionali e alla cooperazione amministrativa. Tutti gli Stati membri in questione dispongono ora di 2 mesi per rispondere alle argomentazioni formulate dalla Commissione. In caso contrario, quest'ultima potrà decidere di inviare un parere motivato a Germania e Malta oppure, per quanto riguarda gli Stati membri destinatari di un parere motivato, di deferire i casi dinanzi alla Corte di giustizia dell'Unione europea.

Fiscalità: la Commissione chiede all'ITALIA di allineare al diritto dell'UE le sue norme relative all'imposta regionale sulla benzina per autotrazione.

La Commissione ha deciso di inviare all'Italia un parere motivato per aver riscosso, a livello regionale, un'Imposta Regionale sulla Benzina per Autotrazione (IRBA) oltre all'accisa già percepita in virtù della normativa dell'UE. Conformemente al diritto dell'UE (direttiva 2008/118/CE del Consiglio), gli Stati membri possono prelevare altre imposte indirette sui prodotti sottoposti ad accisa, purché siano rispettate 2 condizioni: l'imposta è riscossa per fini specifici ed è conforme alla normativa dell'Unione in materia di accise o di imposta sul valore aggiunto. La Commissione ritiene che, nel caso dell'IRBA, questi 2 requisiti non siano soddisfatti. Se l'Italia non si attiverà entro 2 mesi, la Commissione potrà deferire la questione alla Corte di giustizia dell'UE.

Fiscalità: la Commissione chiede a CIPRO, CECHIA, GERMANIA, GRECIA, ITALIA, LUSSEMBURGO e SPAGNA di comunicare le misure nazionali di recepimento relative ai meccanismi di risoluzione delle controversie fiscali e archivia un procedimento nei confronti della LITUANIA.

La Commissione ha deciso di inviare pareri motivati a Cipro, Cechia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo e Spagna per non aver comunicato entro il 30 giugno 2019 le misure nazionali di recepimento relative ai meccanismi di risoluzione delle controversie fiscali nell'Unione europea (direttiva 2017/1852 del Consiglio). Se tali Stati membri non si attiveranno entro 2 mesi, la Commissione potrà decidere di deferire la questione alla Corte di giustizia dell'UE.
Contemporaneamente la Commissione ha deciso di archiviare il procedimento di infrazione nei confronti della Lituania, che ha ora adempiuto i propri obblighi in materia.

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