Storia, letteratura e fiabe nel libro delizia Lo scrigno di Feliciello del poeta e narratore Pasquale Cominale

CASERTA - C’era una volta…l’abbiamo sentito milioni di volte questo incipit che è la porta d’ingresso al mondo delle favole, dei sogni, delle immagini infantili della nostra vita. Pasquale Cominale, poeta e narratore per scelta di passione, ha dato alle stampe un libro che mette insieme storia, letteratura, mondo delle fiabe e ne ha fatto un libro delizioso “Lo scrigno di Feliciello”, per i tipi di Spring Edizioni.

Il racconto prende vita dal seicentesco capolavoro di Gian Battista Basile, Lo cunto de li cunti, che «nel racconto intitolato “Lo mercante” – spiega Cominale -, immagina, nei pressi di Cascano – un casale di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta –, la presenza di tre “papute”, tre diavoletti».

Così, a distanza di mezzo millennio l’autore, che è proprio di Cascano, ne riscopre vita e vitalità e nel suo lavoro monta al galoppo sulla fantasia e restituisce ai tre spiritelli una nuova occasione di vita. «Ho immaginato – continua l’autore – che i tre spiritelli vivessero ancora nella Terra aurunca: mentre, però, due fratelli sono rimasti, né soli né sfaccendati, ma in verità “co’ ʼo core dinto ʼo zuccaro”, nella casa di Cascàno, il terzo, Feliciello, sopraffatto dalla noia, un assolato pomeriggio, “superate le case di Gusti e quelle di San Felice, avanzando – lentamente e a fatica! – tra petraie, dirupi ed alture, tra erbacce, ortiche ed arbusti spinosi” giunge a Valogno, un piccolissimo borgo, dove “perfino il sole e la luna, stanchi di camminare per strade vuote”, con indifferenza illuminano e rischiarano “muri scrostati, finestre chiuse, portoni sbarrati”».

Valogno oggi è un borgo d’arte, qui Giovanni Casale e Dora Mesolella hanno dato vita ad un sogno ed hanno fatto rinascere il borgo attraverso l’opera magistrale di tantissimi artisti che provenendo da tutta Italia hanno colorato con le loro opere i muri di Valogno.

«Feliciello – aggiunge Cominale -, che si vanta di essere un mazzamauriello [un “folletto, in forma d’uomo”, spiega il Vocabolario Treccani] “scortese, indisponente e molto dispettoso”, e, per giunta, maligno, perfido e malvagio, si stabilisce in casa di Dorabella Mosella e Giogiò Castaldo. E qui – dichiarato il suo amore per una “Terra fatata: Terra di miti e di leggende, di magia e di prodigi”, per una “Terra lieta: di sole, di mare e di fronde” –, tra dispetti e burle, tra idiozie ed invettive, tra lampi di saggezza, cronache sconclusionate e racconti inverosimili, il “tenero” folletto cambia, in pochi giorni, la vita dei due “sognatori” ed il destino del paese».

Un libro delizioso, da leggere e gustare, perché tra fantasia e realtà c’è di mezzo l’arte di Cominale e il sogno di Giovanni e Dora.

di Nadia Verdile

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