ROMA - Nell'ambito del dibattito sul precariato scolastico e sulle diverse soluzioni a confronto, Ancodis (Associazione nazionale dei collaboratori dei dirigenti scolastici) prende posizione facendo rilevare l'esistenza di docenti "diversamente precari" che attendono una soluzione rispettosa del loro lavoro e ruolo. Il precariato nella scuola italiana ha ormai raggiunto livelli che hanno superato la soglia di guardia per un fenomeno che certamente ha condizionato negativamente almeno questo ultimo decennio e che resta un’incognita per i prossimi anni. Forze politiche, rappresentanti politici e organizzazioni sindacali stanno facendo a gara nel proporre soluzioni più o meno “clientelari” per stabilizzare migliaia di docenti e non docenti attraverso procedure che appaiono tra loro confliggenti per una contrapposizione ideologica tra chi vuole procedure concorsuali e meritocratiche e chi avanza proposte che tengono conto soprattutto del servizio prestato.
In questo dibattito politico-sindacale, Ancodis, presieduta da Rosolino Cicero, fa rilevare che c’è un’altra categoria di docenti “diversamente precari” nel loro lavoro professionale e cioè decine di migliaia di donne e uomini che – oltre la quotidiana azione didattica negli ambienti di apprendimento – si dedicano con professionalità, competenza e spirito di servizio al funzionamento organizzativo e didattico delle loro scuole senza NULLA o quasi ricevere in cambio da parte dello Stato. Senza questo insostituibile, qualificato e quotidiano lavoro ogni istituzione scolastica non potrebbe portare avanti il proprio progetto educativo: si tratta di docenti che meritano formalmente il riconoscimento della propria identità professionale nell’ambito della moderna revisione della funzione docente.
Lasciare in una condizione di “precarietà” la governance scolastica e chi a diverso titolo ne è coinvolto significa non dare piena attenzione al futuro della scuola italiana della quale – per le diverse ragioni - tutti si preoccupano di dare soluzione con le prossime immissioni in ruolo (stabilizzazioni) ma nessuno o quasi di come fare funzionare in modo moderno, efficiente e efficace questa complessa organizzazione.
È arrivato il tempo, allora, di dare seguito alla previsione giuridica del comma 16 dell’articolo 21 della legge delega 59 del 15/3/1997 che – per miopia politica e inerzia sindacale – è rimasta sospesa nella norma scritta dal legislatore! La scuola non può più confidare in chi - nostalgico del passato - pensa che soltanto riducendo il precariato si potrà dare il necessario impulso per un rinnovato sistema scolastico.
Le figure di sistema e i collaboratori dei dirigenti scolastici di Ancodis ritengono che la “precarizzazione” della governance scolastica deve essere superata rientrando in una prospettiva di sistema stabile, professionalmente avanzato anche nella carriera, con una specifica formazione per l’accesso in una nuova area contrattuale. Ancodis confida che nella visione del Bianchi e dell’attuale maggioranza parlamentare si ponga meritata attenzione al tema certamente non secondario e che nel prossimo appuntamento annunciato con gli “Stati generali della scuola” il coraggio per questa innovazione culturale sostenga i protagonisti che siederanno ai tavoli del confronto.
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