Troisi poeta Massimo, il viaggio intimo di Stefano Veneruso

NAPOLI - Il 4 e il 5 novembre 2023, nello storico Trianon Viviani - Teatro della Canzone Napoletana, attualmente diretto da Marisa Laurito, è andato in scena “Troisi poeta Massimo”, uno «spettacolo teatrale con inediti». L’esperimento ha debuttato con Giancarlo Giannini al Giffoni Film Festival nel 2012 e da allora l’autore, regista e interprete Stefano Veneruso continua a farlo crescere cogliendo occasioni come quella al teatro dei Dioscuri al Quirinale di Roma o al cortile del Maschio Angioino. Questa volta, però, Veneruso è stato proprio sulla scena, mostrandosi più come nipote che come regista. Il figlio della sorella di Massimo Troisi, ci offre un viaggio autobiografico nella vita del Nostro Massimo. Accompagnato e sostenuto da Alessandra Tumolillo, Alessandra Guidotti e Stefano Napoli, l’emozione tra un contrabbasso e una chitarra si spiega tra canzoni, video, poesie e citazioni capaci di catturare l’intimità del «comico dei sentimenti» di San Giorgio Cremano.

Tra i più grandi interpreti della storia del teatro e del cinema

Il “pensa-attore”, come lo chiama il nipote, che è visibilmente grato per essere stato nella sua vita familiare e professionale, è a buon ragione annoverato tra i più grandi interpreti della storia del teatro e del cinema. In questo che è l'anno dei suoi 70, chissà cosa avrebbe da dirci Troisi, chissà se penserebbe ancora che “ammore è un dolore che ti fa pure piacere”. Oltre ai backstage rubati dalla telecamera regalatagli dallo zio, alle letture degli scambi di opinioni tra Troisi e Roberto Benigni, lo sfondo ci ha regalato foglietti con appunti dell’uomo Massimo, grafia distratta, cancellazioni e riscrittura, scarabocchi saccheggiati ai pensieri dei grammelot troisiani tanto amati dal pubblico.

Eh, o sai comme fa o core quann s'è sbagliat, no?

“Un attore anche se lo metti in mezzo alla strada dice la sua” e lui lo fece con ironia, poesia e umiltà. Amò Napoli e la città tutta continua ad identificarsi con questo ragazzo semplice, amico unito a Pino Daniele dalla stessa sensibilità dallo stesso senso di pace di chi sa dire con delicatezza “Eh, o sai comme fa o core quann s'è sbagliat, no?” Una pièce che rende giustizia all’affetto di tutti per Massimo, e che ha colto l’occasione per anticipare piccoli scorci del libro “Massimo Troisi. Il mio verbo preferito è evitare (Rizzoli, febbraio 2023)” affinché il ricordo e il percorso di questo grande artista possa donarci altri germogli di vita.

Anche se in famiglia nessuno era artista, allo stesso tempo artisti lo erano e lo sono un po’ tutti

«Con Massimo avevamo quindici anni di differenza. Lui è nato il 19 febbraio 1953 e io il 26 dicembre 1968. Siamo cresciuti in una famiglia sanissima. Mia madre Annamaria è la sorella maggiore e Massimo era il quinto di sei figli. Il loro è stato un rapporto fortissimo, molto tenero, di grande affetto. Anche se in famiglia nessuno era artista, allo stesso tempo artisti lo erano e lo sono un po’ tutti, artisti per come affrontavano e affrontano la vita.», ama raccontare sempre Stefano Veneruso.

di Anita Laudando

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