NAPOLI - "Boom". Per la prima volta nella sua carriera, il 14 dicembre 2023, Emiliano Luccisano si è esibito di fronte al pubblico napoletano. Non potevamo mancare. Lo ha fatto al Teatro Troisi, nei pressi dello stadio Maradona, piazza di prova per una città che pullula di bravi cabarettisti e non avrebbe perdonato défaillance. A metà tra il cabaret e la stand-up, si è dato per quasi due ore in sketch in cui ha approfondito riflessioni sulla tecnologia e sull’uso del corpo come dominio sul mondo. Con la sua cadenza romana, ci ha fatto ridere ma anche riflettere, svelando e approfondendo le contraddizioni del mondo contemporaneo attraverso una performance fatta di giochi di parole e ironia su temi quali il food porn, body shaming, catcalling, body positivity, sulle mode curvy, sugli influencer, lasciandoci la certezza che “è proprio lo specchio il dispositivo con il filtro peggiore del mondo: il nostro cervello”, che la “tecnologia ci sta impigrendo” e che spesso facciamo solo “metaversi di cazzate”. A ritmi serrati, con generosità e autenticità, Emiliano non condanna mai, lascia che sia il pubblico a trarre una conclusione sugli schemi mentali che stiamo accettando senza autocritica. Si ride senza tregua. L’azione comica è completamente polarizzata sulla sua persona.
Genialità e preparazione si mischiano a creazione e autoproduzione
Ma chi è questo giovane attore di Centocelle? Metti che durante la pandemia un artista, da indubbio talento comico, si chiuda in auto "dove tra l'altro c’è una ottima acustica" e decida di comunicare con il mondo. Metti personaggi semplici ma capaci di attirare l’attenzione di un target di utenti abbastanza variegato. Metti che costui appenda la telecamera del telefono allo specchietto retrovisore e cominci a giocare con temi attualissimi nel modo più immediato possibile. Abbiamo trovato Emiliano Luccisano, dove genialità e preparazione si mischiano a creazione e autoproduzione. Non è uno qualunque, parliamo già di un autore, di una penna magica, di un neorealista della parola, di un pittore della sintassi comica. Poco più che trentenne ha già scritto testi per comici televisivi, la sua drammaturgia entra a “Made in Sud”, “I fatti vostri”, fino a “Liberi Tutti” su Rai 2. Ha fondato la Compagnia Controcorrente e ha girato l’Italia, ma la sua verve va oltre.
Emiliano Luccisano indaga verità e bugie di generi e contesti più disparati
Comprende il potenziale di social come Facebook, TikTok, Instagram, piattaforme dove i suoi personaggi esplodono, del resto, lui stesso ci confessa durante un'intervista - ho un modo di vedere il mondo che esprimo attraverso i video, grazie ai quali assecondo quello che ci appare e ci modifica la vita attraverso la comicità -. Circa 10 anni fa si diplomava nell'Accademia diretta da Paola Tiziana Cruciani, ed oggi, è consapevole che – la cultura serve ad avere sensibilità, emotività, ma anche a comprendere i meccanismi per i quali mille persone ridono su quella battuta -. Il pubblico che lo segue nel mondo virtuale, conosce bene la sua forza, l’innata capacità di esprimere significati sottili che vanno oltre le maschere. I prototipi umani che interpreta sono ritagli di società, descritta nelle sue tendenze con leggerezza direttamente proporzionale alla profondità dei messaggi in sottotesto. Luccisano è un curioso, un narratore di situazioni umane, dalle più semplici alle più complesse: “Il cambio di stagione”, i meteoropatici”, “i commenti sui social”, “il caro benzina”, “la guerra nucleare”. Indaga verità e bugie di generi e contesti più disparati, con CI, Le e Fra entra nel mondo femminile, con una forza quasi terapeutica. La sua energia, che passa dall’inchiostro alla telecamera, ha ammaliato dal vivo gli spettatori abituati ad un umorismo fatto di realtà quotidiana, ma, sul palco, Emiliano Luccisano diventa gigantesco e scompone il suo status comico in un archetipo comunicativo proprio di chi ha il coraggio di mettersi in discussione nella grande giostra della vita.
Il comico nasce nel momento preciso in cui la persona tratta se stessa come opere d’arte
"Il riso non fa dunque risaltare l’estetica pura, poiché persegue (incoscientemente e anche immoralmente, in molti casi particolari) un fine utile di perfezionamento generale. Tuttavia in esso c’è qualcosa di estetico, poiché il comico nasce nel momento preciso in cui la società e la persona, libere dalle preoccupazioni della loro conversazione, cominciano a trattare se stesse come opere d’arte."(Henri Bergson)
di Anita Laudando
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