Dignità Autonome di Prostituzione, per chi non può difendersi

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Dignità Autonome di Prostituzione

NAPOLI - A Castel Sant’Elmo, dal 29 giugno al 14 luglio 2024, alle ore 20,30, anche quest’anno di scena l’orgia di bellezza e umanità: “Dignità Autonome di Prostituzione”. Passa il tempo eppure il format/spettacolo di Betta Cianchini e Luciano Melchionna ha il sapore della novità, la fragranza della giovinezza e lo spirito dell’attualità. Si tratta di un appuntamento con il reame della libertà di Luciano Melchionna. Attore, regista, scrittore di teatro e cinema, ma soprattutto amico che apre la porta immaginaria della casa del teatro più autonomo e negoziabile che ci sia. Non si va “a teatro” si va da “Papi”, da Luciano, a stringerli la mano, a vivere con lui tre ore di dionisiaca poesia. Si entra dalla porta della meraviglia originaria, per soggiornare nel “thaumazein”, che straripa eccitazione e sorpresa. Questa operazione a cuore aperto di arte performativa è prodotta da Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro e Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini.

Una folla di artisti, assolutamente magnetici, diciamolo, sono pronti a scandalizzare nei costumi di Milla e sotto il disegno luci di Gianni Caccia. L'edizione attuale ha utilizzato come riferimento culturale "La Pietà", tra segni michelangiolesci, siamo passati accanto a corpi moribondi, senza forze, sorretti tra le braccia tese di altri corpi. Un preludio ai tanti abbracci elargiti dagli interpreti per noi spettatori commossi, coinvolti nelle stanze dei monologhi più ambiti della stagione. Una “crudeltà” dovuta per l’attesa kermesse che non sa intrattenere se non azionando i gesti del pensiero. «Quest’anno DADP è dedicato agli ultimi - cioè a chi non può difendersi, a chi non c’è più, a chi non sa a chi chiedere aiuto, a chi si perde e perde gli affetti più cari fino a smarrire ogni riferimento su questa Terra, una palla che sta perdendo il suo volto naturale e quello umano per trasformarsi, lentamente, in un luogo desolato».

Nella festa accompagnati dalle note del “Requiem per Pasolini”, in omaggio al maestro Roberto De Simone«Questa azione teatrale – aggiunge Luciano Melchionna – conduce gli spettatori dal basso dell’antico ponte levatoio fino agli ambulacri interni dove risuonano rare testimonianze audio di Sandro Pertini, di Pier Paolo Pasolini e di altri simboli umani di libertà che accompagnano gli spettatori “a riveder le stelle” nella grande Piazza d’Armi». È doveroso citare almeno il nome di tutti gli attori "in vendita": Raffaella Anzalone, Maria Avolio, Antonio Barberio (Dr. Nautilus), Carlo Caracciolo, Federica Carruba Toscano, Elisabetta Cianchini, Riccardo Ciccarelli, Vincenzo Colursi (Luk), Cinzia Cordella, Veronica D’Elia, Marika De Chiara, Giampiero de Concilio, Valentina De Giovanni, Renato De Simone, Dario Di Pietro, Annarita Ferraro, Alessandro Freschi (Frè), Martina Galletta, Mariano Gallo (Priscilla), Luciano Giugliano, Gabriele Guerra, Her, Vincenzo Leto, Antonio Prestieri (Maldestro), Claudio Marino (Klark Kent), Gianluca Merolli, Raffaele Milite, Antonella Monetti (Dolores Melodia), Francesca Morgante, Pierfrancesco Scannavino, Irene Scarpato, Simona Seraponte, Toto Traversa (Spaghetti Casanova), Gianluca Vesce, Annarita Vitolo.

Abbiamo comprato, con i nostri “dollarini”, nell’ordine Antonella Monetti (Dolores Melodia), Giampiero de Concilio, Raffaella Anzalone e Maria Avolio. Moretti l’abbiamo riconosciuta e seguita volutamente, straordinaria nella capacità di entrare e uscire dal personaggio per gestire il pubblico e giocare con esso. Abbiamo goduto delle rime di “Raccontoduepunti” scritto dallo stesso regista. Artista completa, con la sua fisarmonica ci ha deliziato di un finale pregno di suggestioni canore tratte della "Storia spettacolare di Guyelmo El Pesado che voleva rovesciare il mondo”. Di corsa, per non sprecare neanche un minuto, abbiamo seguito il flusso. Un giovane attore catalizza gente come fosse miele. Incontriamo i suoi occhi: ci commossero ne “La Paranza dei Bambini” di Roberto Saviano con la regia di Mario Gelardi al Sanità, diversi anni fa (nel 2017 gli valse il Premio Nuovo Imaie al Festival di Spoleto come miglior attore emergente). A tratti ancora acerbo, ma potrebbe raccontare qualunque storia, gli si crede a prescindere.

La festa continua e senza rendercene conto siamo risucchiati da una donna energica, è Anzalone. Per il terzo anno di seguito ci riesce. Ricordiamo che gli artisti coinvolti variano da 25 a 50 a seconda delle edizioni, ed essere catturati dalla stessa energia per 3 anni consecutivi, ha una connotazione quasi mistica. Capace di cambi e di stati d’animo, di concentrazione e verità, recita "Senza produrre nient'altro che amore” di Luciano Melchionna. Testo raffinato, capace di “urlare al vento il tempo”, di smuovere “fossili nel cuore”. L’interpretazione drammatica e ipnotica a cui assistiamo a picco sul golfo di Napoli, ci riconnette ancora e ancora alla bellezza tormentata di un bergsoniano élan vital (slancio vitale). A questo punto la luna è piena e già alta e ci imbattiamo in Maria Avolio, rigorosamente in giacca da camera ci invita "ambressa ambressa" a seguirla prima che scatti l' orario di chiusura.

Riconosciamo anche lei, coreografa e danzatrice del Teatro “Ateneo” di Casoria, un gingillo dell’arte, che vive, fra le altre cose, di “Suddidanza”, un progetto artistico che dona possibilità, gratuitamente, ai giovani danzatori e danzatrici. La performer immerge gli astanti in una atmosfera sensoriale, per poi vibrare attraverso una coreografia appassionata. Tra una pirouettes e un temp levè lo spazio si dissolve e la parte per il tutto si collega idealmente agli astronauti che "galleggiano" intorno al castello. “La luna mi commuove” è erotismo del ritmo, interiorizzazione della massima malchionnana “purché io esista e viva senza produrre nient’altro che amore”. Tutti complici della creazione collettiva che rende irripetibile ogni serata, restiamo imprigionati nel cerchio del finale tra musica, balli ed effetti scenici che creano vera e propria dipendenza.

di Anita Laudando

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