Scuola: i "mostri di oggi" possono essere esorcizzati, addirittura redenti
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Ilaria Di Leva |
CERVARESE SANTA CROCE - La scuola che conta, oltre i numeri. Tempo di iscrizioni e di progetti ancora intonsi, tempo di bilanci e di nuovi propositi: la scuola si prepara ad accogliere i nuovi iscritti e a congedare quanti si accingono con trepidazione a concludere un percorso per intraprenderne un altro. Noi dirigenti scolastici, intanto, leggiamo sui volti dei genitori la ricerca di risposte certe, la fiducia nelle istituzioni, quelle di prossimità. Ma quali sono le insidie che oggi tentano i nostri ragazzi? È la storia che si ripete e matura in esperienza o sono ansie inedite dal volto ignoto? Ebbene, le fattezze del nuovo disagio sono invero “ultra umane” perché generate da playmaker invisibili, i giganti del Web, gli illusionisti della transizione digitale quelli che smontano gli argini della prevenzione ordinaria. Salta la bussola e con essa le certezze degli adulti. Ma facciamo un passo indietro, per ripercorrere la narrazione sociologica recente e capire se i “mostri di oggi” possano essere esorcizzati se non addirittura redenti.
I contatti si assottigliano nella digitazione compulsiva
In effetti, nella stagione del Piano nazionale di ripresa e di resilienza, del “debito buono” di conio geniale, e dell’intelligenza artificiale che seduce e respinge, sembrano invertirsi le prospettive: il reale si virtualizza, lo spazio e il tempo glissano su pareti invisibili, i nativi digitali ammiccano sul facile guadagno che “asfalta i boomer”. I contatti si assottigliano nella digitazione compulsiva, le relazioni nell’afasia degli schermi e la vita degli adolescenti si popola di fantasmi antichi: il disagio e la solitudine. È questo il contesto che stiamo affrontando, mentre apriamo le aule alla vita e istradiamo i cittadini del futuro tra i sentieri talvolta sconnessi dell’esistenza: li accompagniamo con la consapevolezza che lasceranno le nostre mani per incontrare la vita e i suoi imprevisti. Eppure, nell’epoca della globalizzazione, il lancio dispari del giocoliere diventa opportunità e sullo scacchiere figurano nuove sfide, che chiamano in causa l’alleanza educativa tra scuola, famiglia e territorio.
Superamento degli stereotipi di genere e dell’affermazione di dinamiche relazionali pluraliste
Ed è proprio in questo simbolico “passaggio di consegne” tra fine e inizio anno che la scuola si fa “dono sociale” e promessa di futuro, nell’ascolto dialogico delle famiglie. Certo, incide “l’autunno demografico” generale, da un lato sintomo di un cambiamento storico non privo di storture, dall’altro, in senso positivo, della dismissione dell’assetto patriarcale, del superamento degli stereotipi di genere e dell’affermazione di dinamiche relazionali pluraliste. I nostri figli, però, sono “unici” non tanto perché sovente privi di fratelli, ma come soggetti “in-divisibili, latori di una esclusività assoluta. In altri termini, quella cura “costituzionale” verso la persona nella sua irripetibilità esistenziale, si è finalmente innestata nel nostro tessuto sociale ed è divenuta “verbo”. Ecco perché da dirigente recuso l’ansia prestazionale dei dati performanti: il numero degli iscritti e le cifre del bilancio, la mole dei progetti, le matricole e i protocolli, le scadenze del Pnrr: nella nostra scuola contano le persone nel loro vissuto integrale e ciò che riusciremo a fare per una di loro, lo avremo fatto per tutti noi.
Tracciare sentieri unitari di vita, senza presunzione di esclusività
Essere “Istituto Comprensivo” significa proprio questo: tracciare sentieri unitari di vita, senza presunzione di esclusività, riconoscendo il valore formativo della discontinuità e della rottura degli equilibri provvisori, dalla cura della prima infanzia al sentore precoce dell’adolescenza, nel vissuto ora acerbo, ora stemperato della quotidianità: la bussola di riferimento è data dal riconoscimento dei principi e dei valori costituzionali, dalla cultura del diritto e del rispetto in tutte le sue forme. Alla soglia tra il primo e il secondo ciclo di Istruzione, la prima vera scelta di vita: che cosa fare da “grandi”, quale scuola frequentare per diventare il proprio io ideale. Saremo anche allora con loro, ma facendo un passo indietro, affinché maturino quella responsabilità che un giorno li saprà orientare ad ogni bivio, un passo dopo l’altro, consacrando l’errore e il sacrificio senza timore. Qui a Cervarese Santa Croce, in provincia di Padova, intanto, fervono ancora gli ultimi preparativi per gli Open Day, dal Plesso delle “Ginestre”, dove il giorno 9 gennaio 2025, malgrado la pioggia, abbiamo accolto con grande entusiasmo tante famiglie, al Plesso del “Bucaneve” che lo venerdì 10 gennaio ha aperto nuovamente le sue porte colorate a quanti intendano affidarci i loro pargoli. Lunedì 13 gennaio, invece, a Montemerlo, presso la Scuola Secondaria di I grado, "K. Wojtyla". Nel frattempo, non perdiamoci di vista!
di Ilaria Di Leva
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