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Martina Spalvieri e Ivana Messina |
NAPOLI - Da venerdì 21 febbraio 2025, al Teatro Elicantropo di Napoli, Tentativi vergini di stare al mondo. In scena un dialogo a due voci tra ironia, umorismo e canzoni originali, scritto e musicato da Martina Spalvieri e Ivana Messina. La compagnia Il Teatro dell’Errore presenta, da venerdì 21 febbraio 2025, alle ore 20,30 (in replica sabato 22), lo spettacolo Tentativi vergini di stare al mondo, dialogo a due voci tra ironia, umorismo e canzoni originali, scritto e musicato da Martina Spalvieri e Ivana Messina. Lo spettacolo è un ritratto della difficile condizione della donna nel mondo del lavoro, quanto mai resa più complessa dalla scelta coraggiosa e a tratti sognatrice del mestiere dell’artista. Tentativi vergini di stare al mondo nasce intorno ad una serie di brani originali di Ivana Messina, impreziositi dagli arrangiamenti e dalla fisarmonica di Martina Spalvieri. presentati, inizialmente, in diversi locali del territorio torinese e non.
Spettacolo in bilico tra la performance teatrale e il concerto
«Man mano che procedevamo nella presentazione dei nostri concerti - scrivono le autrici e interpreti - l’elemento teatrale del nostro stile si accentuava sempre di più e pian piano ci siamo rese conto che ci sarebbe piaciuto andare verso uno spettacolo che stesse in bilico tra la performance teatrale e il concerto».
Braccio di ferro tra ideale e reale in cui non ci sono vincitori
Le due attrici si alternano in un gioco di specchio riflesso, raccontando in maniera grottesca e struggente la fatica di vivere e di conformarsi alle regole della società per un artista. Un’altalena accompagnata da musica e canzoni (scritte e composte dalle attrici/musiciste) tra le due parti di sé, il lato più razionale e consapevole delle difficoltà reali, ed il lato più magico e onirico che insegue i propri sogni nel tentativo vergine, appunto, di stare al mondo. Ma e Mé sono i due personaggi che affrontano, da due punti di vista opposti e complementari, le griglie del sistema, cominciando dalla propria identità, prima vittima sacrificale del compromesso, obtorto collo, che permette di pagare le bollette. Al tentativo di fuga di Mé corrisponde il restare di Ma in un delicato braccio di ferro tra ideale e reale in cui non ci sono vincitori. L'unica possibilità è il dialogo tra questi due mondi apparentemente contrapposti alla ricerca di una strada, seppur piccola, da percorrere insieme. Una secchiellata di sottile anarchia ed emozioni ad alto contrasto, dipinte con sempiterna ironia e tenerezza su di un bianco, bianchissimo “Sì, lo voglio!”.
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