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Lorenza Morello |
TORINO - Un olimpico grido di dolore. Per chi, come me, è cresciuta in Valsusa e ha conosciuto i tempi d’oro della San Sicario “da bere” è un dolore immenso assistere impotente allo scempio compiuto per e dopo le Olimpiadi Invernali. Per riassumere (senza timore di smentita) quella di Pariol era già una pista da sci, con tanto di rifugio gestito da una famiglia del luogo. Ma arrivano le Olimpiadi, o meglio i soldi delle Olimpiadi, e i politici promettono che la pista di bob che verrà costruita tra Cesana e San Sicario sarà un’enorme risorsa per la valle. Imprenditori scettici (visto che notoriamente sono le partite Iva e non i politici a pagare i costi delle strutture) per i costi e il prosieguo, ambientalisti contrari per l’impatto ambientale e il possibile danno di inquinamento per l’ammoniaca (che si utilizza per la struttura) ma poco importa: la pista, si fa.
Viene (forse) una mezza volta il principe di Monaco
Le Olimpiadi sono un mezzo flop, mal gestite, disorganizzate, ma si fanno. La pista, viene usata per le gare. Ma già l’inverno successivo è un disastro. Promettevano che si sarebbero venuti tutti (ma tutti chi?) ad allenare lì, viene (forse) una mezza volta il principe di Monaco. Il resto è un disastro di predoni e vandali che cannibalizzano il luogo. E, intanto, lì non si scia praticamente più e d’estate resta un gigante morto che osteggia le passeggiate. Si paga anche qualcuno per tentare di sorvegliare e manutenere ma è tutto inutile. Stessa storia (o poco diversa) i trampolini di Pragelato. Arriva l’occasione delle nuove Olimpiadi ma niente, nonostante noi si abbia gli impianti viene scelta Cortina. Avete presente, no, i governanti che usano la testa e, in un Paese come l’Italia già ampiamente indebitato usano le risorse senza creare nuova spesa. Li avete presenti? Io no.
Siete quelli che se si parla di nazionalismo date di stomaco
E infatti nonostante le strutture già pronte e il tesoretto olimpico, le Olimpiadi non sfiorano nemmeno le strutture olimpiche valsusine, verranno fatte tra Cortina e la Svizzera (bravi, bravi davvero. D’altronde siete quelli che se si parla di nazionalismo date di stomaco…). E, cosi, dopo le spese per la costruzione e quelle per il mantenimento, adesso “arrivano” 9 milioni di euro per lo smantellamento (dal cielo, ovviamente) e poi si ipotizzano altri 50 milioni di euro per ricostruire degli impianti degni di tale nome. Chissà quando e a quale costo reale (non solo economico) per il territorio. Beh, potrei dirlo in molti modi ma mi viene solo il più diretto: vergogna. Tutti.
di Lorenza Morello
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