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Procura della Repubblica di Brindisi |
BRINDISI - La procura della Repubblica di Brindisi, con il procuratore della Repubblica reggente Antonio Negro, ha comunicato l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Camillo Giannattasio, ritenuto gravemente indiziato, in concorso con il defunto Michele Mastropietro, dell’omicidio del brigadiere capo dei carabinieri Carlo Legrottaglie. Nella mattinata di venerdì 20 giugno 2025 è stata notificata ed eseguita nei confronti di Camillo Giannattasio, cinquantasettenne nato a San Giorgio Jonico e residente in Carosino, l’ordinanza con la quale il Giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Brindisi ha disposto l’applicazione nei suoi confronti della misura cautelare della custodia in carcere, ritenendolo, allo stato, gravemente indiziato, in concorso con il defunto Michele Mastropietro, dell’omicidio del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, in servizio presso il Nucleo operativo e radiomobile della compagnia carabinieri di Francavilla Fontana.
Rinvenuta una seconda pistola a funzionamento semiautomatico
E invero, condividendo gli addebiti provvisori elevati dall'ufficio della procura, il giudice ha disposto la misura in relazione ai reati di resistenza a pubblici ufficiali e omicidio, commessi in concorso, avendo Giannattasio presumibilmente tenuto una condotta dimostrativa, allo stato delle indagini, della condivisione dell’utilizzo, da parte di Mastropietro, della pistola con la quale l’ufficiale di polizia giudiziaria è stato colpito mortalmente. Poiché gli inquirenti hanno rinvenuto una seconda pistola a funzionamento semiautomatico e un cospicuo numero di proiettili nell’automobile, utilizzati dai due indagati, Giannattasio è stato attinto da provvedimento cautelare anche perché ritenuto indiziato gravemente della ricezione, detenzione e del porto illecito in luogo pubblico di due armi comuni da sparo clandestine, in quanto entrambe private dei rispettivi contrassegni matricolari. Inoltre, al vaglio del giudice per le indagini preliminari in Brindisi è giunta la posizione di Giannattasio, anche per quel che concerne “l’armeria illegale” trovata nella sua probabile disponibilità e distribuita fra i comuni di Carosino e San Giorgio Jonico.
Occultare il possesso illecito anche di quella grande quantità di armi e munizioni nascosti
Per la detenzione illecita delle suddette armi, l’omologo Gip presso il tribunale di Taranto aveva già disposto l’applicazione della custodia cautelare in carcere, dichiarandosi poi incompetente in favore dell’Autorità giudiziaria brindisina avendo ritenuto che Giannattasio e il suo complice abbiano opposto resistenza ai pubblici ufficiali in Francavilla Fontana (fino all’omicidio del brigadiere capo Legrottaglie), con lo scopo di occultare il possesso illecito anche di quella grande quantità di armi e munizioni, nascosti insieme ad altri strumenti utili per consumare delitti contro il patrimonio. Quindi, entro il termine previsto dalla trasmissione degli atti giunti da Taranto, il Gip presso il tribunale di Brindisi ha contestualmente confermato la misura cautelare disposta dalla citata autorità giudiziaria tarantina, come chiesto dalla procura. L’esito delle comparazioni balistiche, da eseguire fra l’arma posseduta da Michele Mastropietro -ritenuta essere quella dalla quale è partito il proiettile rivelatosi mortale per il brigadiere capo Legrottaglie- e l’ogiva estratta dal corpo del militare, ulteriori accertamenti investigativi e l’interrogatorio dell’indagato contribuiranno a chiarire ulteriormente il quadro delle responsabilità - riporta il comunicato stampa dell'Arma dei carabinieri -.
Poliziotti del commissariato di pubblica sicurezza di Grottaglie
La procura della Repubblica di Taranto procede con le indagini riguardanti il conflitto a fuoco svoltosi a Grottaglie e all’esito del quale è stato arrestato l’indagato Giannattasio. Le indagini, dunque, proseguono e sono compiute, in piena sinergia, dai carabinieri del Reparto operativo del comando provinciale di Brindisi e della compagnia di Francavilla Fontana nonché, per quanto avvenuto nel circondario di Taranto, dai poliziotti del commissariato di pubblica sicurezza di Grottaglie e della squadra mobile della questura di Taranto, sotto la direzione delle procure della Repubblica di Brindisi e di Taranto, che hanno agito e agiscono in pieno coordinamento tra loro.
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