Coronavirus. Illegittimo il Comitato di esperti che deve decidere la Fase 2, il Codacons ricorre al Tar
ROMA - Il Codacons presenta un ricorso d’urgenza al Tar del Lazio contro il comitato di esperti che dovrà decidere circa la fase 2 dell’emergenza coronavirus. Come noto col Decreto del 10 aprile scorso il Presidente del Consiglio dei Ministri ha istituito un Comitato di esperti in materia economica e sociale (guidato dal top manager Vittorio Colao, già membro di una lobby a tutela delle multinazionali) con il compito di elaborare e proporre misure necessarie per fronteggiare l’emergenza epidemiologica COVID-19, nonché per la ripresa graduale nei diversi settori – spiega il Codacons – Di tale task force fanno parte soggetti provenienti dal mondo dell’economia, della psicologia, della statistica, e dei vari ambiti sociali ma, in modo del tutto assurdo, dal comitato in questione sono stati esclusi proprio i soggetti più di tutti interessati dalle decisioni che saranno assunte: i cittadini.
Eppure il punto di vista del dei consumatori e degli utenti nelle scelte di Governo è da tempo ritenuto fondamentale per dare completezza ai provvedimenti da adottarsi, ancor più nel caso della “Fase 2” dell’emergenza coronavirus, considerato che i cittadini sono i destinatari finali “delle attività sociali, culturali, economiche e produttive” che il Governo intende riaprire istituendo il Comitato di esperti.
Il decreto del Governo che ha escluso i cittadini dalla task force viola in modo palese il principio dell’agire amministrativo, discendente dal principio di imparzialità di cui all’art. 97 della Costituzione, secondo cui l’Amministrazione procedente deve prendere in considerazione, ai fini dell’emissione di un dato provvedimento, tutti gli interessi che insistono sulla vicenda in ordine alla quale provvedere. Ma ad essere violate sono anche le disposizioni comunitarie, come la Convenzione di Aarhus, ratificata in Italia con L. n. 108/2001, che specifica come i cittadini debbano avere accesso alle informazioni ed essere ammessi a partecipare ai processi decisionali, atteso che tale partecipazione migliora la qualità delle decisioni e ne rafforza l’efficacia.
Eppure il punto di vista del dei consumatori e degli utenti nelle scelte di Governo è da tempo ritenuto fondamentale per dare completezza ai provvedimenti da adottarsi, ancor più nel caso della “Fase 2” dell’emergenza coronavirus, considerato che i cittadini sono i destinatari finali “delle attività sociali, culturali, economiche e produttive” che il Governo intende riaprire istituendo il Comitato di esperti.
Il decreto del Governo che ha escluso i cittadini dalla task force viola in modo palese il principio dell’agire amministrativo, discendente dal principio di imparzialità di cui all’art. 97 della Costituzione, secondo cui l’Amministrazione procedente deve prendere in considerazione, ai fini dell’emissione di un dato provvedimento, tutti gli interessi che insistono sulla vicenda in ordine alla quale provvedere. Ma ad essere violate sono anche le disposizioni comunitarie, come la Convenzione di Aarhus, ratificata in Italia con L. n. 108/2001, che specifica come i cittadini debbano avere accesso alle informazioni ed essere ammessi a partecipare ai processi decisionali, atteso che tale partecipazione migliora la qualità delle decisioni e ne rafforza l’efficacia.
Per tali motivi il Codacons deposita formale ricorso d’urgenza al Tar del Lazio, col quale si chiede ai giudici l’immediata ammissione nel Comitato di esperti di un rappresentante dei cittadini proposto dall’associazione dei consumatori, e in subordine disporre la sospensione dei provvedimenti gravati ai fini del riesame anche mediante nomina di un commissario ad acta.
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