Covid-19. Acli esorta l’Amministrazione comunale di Arezzo a erogare i buoni spesa, annullare anche la Tari. Coronavirus
AREZZO – Le Acli di Arezzo esortano l’Amministrazione comunale di Arezzo ad erogare con rapidità i buoni spesa per le famiglie. L’associazione sta continuando a fornire i propri servizi per via telematica e, nel corso di questa attività quotidiana, ha potuto raccogliere il disagio di alcuni nuclei familiari che hanno presentato da tempo la documentazione necessaria per ottenere questa forma di solidarietà alimentare (autocertificazione, Isee e estratto del conto corrente bancario) ma che ancora non hanno ricevuto alcuna erogazione, nonostante gli stanziamenti governativi. Alla luce di questa situazione, le Acli richiedono all’assessorato a Politiche sociali e Famiglia di fornire risposte adeguate e rapide per far fronte alle difficoltà acuite dall’attuale situazione economica e sanitaria.
L’invito rivolto all’Amministrazione è a garantire certezze alle famiglie riguardo ai buoni spesa che rappresentano un importante supporto per le necessità quotidiane.
«L’Amministrazione - commenta il presidente provinciale Stefano Mannelli, - deve tenere conto dell’aspetto emotivo che ruota dietro alle storie di tante famiglie che hanno visto la propria vita cambiare drasticamente in seguito alla crisi del Covid19. I fondi messi a disposizione dal Governo sono disponibili da tempo, dunque riteniamo assurda un’attesa così lunga per sbloccare queste risorse e per metterle a disposizioni di chi ne ha diritto. Amministrazioni di città decisamente più grandi hanno già iniziato ad erogare da diversi giorni».
Le Acli chiedono anche la sospensione del pagamento della Tari che, per la prima rata, è stata posticipata al prossimo giugno: in quella data la situazione potrebbe essere ancora estremamente precaria ed instabile, dunque l’associazione ritiene che l’annullamento di questo pagamento rappresenterebbe un importante segnale di prossimità e di attenzione per una collettività che vive in apprensione ed in stato di difficoltà. L’auspicio del movimento aclista, infine, è che l’attuale emergenza possa condurre verso un nuovo modello di gestione della pubblica amministrazione maggiormente orientato al cittadino e ai bisogni del cittadino, prevedendo quote di bilancio più significative per i servizi alla persona e per i servizi sociali necessari per far fronte ad eventuali nuove situazioni di difficoltà.
«Molte famiglie - aggiunge Mannelli, - già gravavano in situazioni di precarietà o erano provate da difficoltà pre-esistenti e, da un momento all’altro, si sono ritrovate con stipendi ridotti, con la perdita di garanzie e con l’incertezza del futuro del posto di lavoro: oltre all’erogazione dei buoni spesa, dunque, è necessario strutturare altre forme di aiuto per evitare loro ulteriori stress in una situazione già complicata. Si tratta di persone che, con dignità e integrità, costituiscono il tessuto della nostra collettività e a cui deve essere rivolta la massima attenzione e il massimo rispetto».
«L’Amministrazione - commenta il presidente provinciale Stefano Mannelli, - deve tenere conto dell’aspetto emotivo che ruota dietro alle storie di tante famiglie che hanno visto la propria vita cambiare drasticamente in seguito alla crisi del Covid19. I fondi messi a disposizione dal Governo sono disponibili da tempo, dunque riteniamo assurda un’attesa così lunga per sbloccare queste risorse e per metterle a disposizioni di chi ne ha diritto. Amministrazioni di città decisamente più grandi hanno già iniziato ad erogare da diversi giorni».
Le Acli chiedono anche la sospensione del pagamento della Tari che, per la prima rata, è stata posticipata al prossimo giugno: in quella data la situazione potrebbe essere ancora estremamente precaria ed instabile, dunque l’associazione ritiene che l’annullamento di questo pagamento rappresenterebbe un importante segnale di prossimità e di attenzione per una collettività che vive in apprensione ed in stato di difficoltà. L’auspicio del movimento aclista, infine, è che l’attuale emergenza possa condurre verso un nuovo modello di gestione della pubblica amministrazione maggiormente orientato al cittadino e ai bisogni del cittadino, prevedendo quote di bilancio più significative per i servizi alla persona e per i servizi sociali necessari per far fronte ad eventuali nuove situazioni di difficoltà.
«Molte famiglie - aggiunge Mannelli, - già gravavano in situazioni di precarietà o erano provate da difficoltà pre-esistenti e, da un momento all’altro, si sono ritrovate con stipendi ridotti, con la perdita di garanzie e con l’incertezza del futuro del posto di lavoro: oltre all’erogazione dei buoni spesa, dunque, è necessario strutturare altre forme di aiuto per evitare loro ulteriori stress in una situazione già complicata. Si tratta di persone che, con dignità e integrità, costituiscono il tessuto della nostra collettività e a cui deve essere rivolta la massima attenzione e il massimo rispetto».
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