Simone Fagioli: Covid-19 o Sars-Cov-2, niente è certo. Volontà cinica di spaventare e disumanizzare

ROMA - In Francia, per contrastare la Pandemia da #coronavirus e avviare la fase due, hanno stabilito che la distanza minima da mantenere tra le persone è di mt. 4 e l’utilizzo dei guanti è fortemente sconsigliato. I francesi già da qualche giorno hanno adottato un protocollo preciso e stringente, riavviando scuole ed attività economiche: questo protocollo consiste in un breviario di una trentina di pagine, dettagliatissimo sulle azioni da compiere e cosa fare in caso di emergenza.

In Italia, oltre a non esserci protocolli nazionali di difesa e di prevenzione dall’infezione virale, la “comunità scientifica”, vale a dire medici, scienziati, virologi, veterinari, psichiatri, allergologi, medici legali, biologi, dicono tutto e il contrario di tutto, niente è certo ed incontrovertibile sull’origine e sull’eziologia del #covid-19 #SARS-Cov -2, sulle modalità di contagio e sul livello di contagiosità, sul numero dei morti, sulle cure, sui protocolli, sui tamponi, sulle mascherine e sull’utilizzo dei guanti.

All’inizio della pandemia non serviva indossare la mascherina e bastava lavarsi le mani, oggi la mascherina diventa obbligatoria per non incorrere in multe draconiane ed è fortemente consigliato l’utilizzo dei guanti; non si hanno numeri certi ed incontrovertibili sui morti “da” o “con” il coronavirus; nella prima fase le terapie non c’erano, e l’utilizzo off-label di medicinali era uno scandalo, mentre ora questi stessi famaci sono usati e salvano vite umane; non si sa con certezza se e quando verrà introdotto sul mercato un vaccino efficace, mentre molti medici si scagliano contro la sieroterapia. Di più, siamo in presenza giorno dopo giorno di nuove teorie sul virus e relative smentite: non si hanno più certezze, il cittadino è letteralmente smarrito e sale la paura di contagiarsi e di morire. E la paura genera mostri, di ogni tipo, in ogni epoca della storia.

In mezzo a questo bailamme si rimane confusi, incerti, storditi ed impauriti, poiché si cerca un punto fermo, una guida, la verità di quello che sta accedendo.

In tale contesto, il linguaggio utilizzato assume aspetti scientifici inquietanti e disumanizzanti come, ad esempio, la locuzione “distanziamento sociale”. Perché non utilizzare la locuzione “distanziamento fisico”, che vuol dire la stessa cosa sia un punto di vista scientifico che sociologico?

Anche qui la volontà cinica di spaventare, di disumanizzare, di far prevalere logiche egoistiche ed egotistiche su quelle della solidarietà sociale e far dimenticare che siamo naturaliter “zoòn politikòn”, rendendoci monadi non comunicanti e smorzare il sacro fuoco interiore della partecipazione attiva e dell’interessamento civico e politico dei cittadini. Infatti, i sacri fuochi vitali si spengono dietro un monitor e cresce la solitudine, l’ansia, la paura e la depressione. Finiscono le relazioni umane.

L’essere umano, non più cittadino attivo ma rinchiuso in casa, si spegne e perde giorno dopo giorno vitalità, voglia di vivere, di partecipare. L’isolamento, la quarantena forzata da mesi, spesso non giustificata dai numeri e da un reale rischio di contagio, ha alla base la volontà di trasformare per mezzo della paura e del terrore i cittadini in una massa ammaestrata e acritica, ceca ed obbediente, martellata dal flusso incessante della tv, che la rende sempre più indistinta e più ignorante. Da qui l’inevitabile scomparsa del “cittadino” maturo, consapevole e capace di saper scegliere, protagonista della vita pubblica e politica del Bel Paese.

Dalla deriva del linguaggio alla trasformazione del popolo italiano in sudditi sempre più impoveriti da una gravissima crisi economica che vedrebbe come unica possibile soluzione quella di adottare politiche economiche di tipo keynesiano.

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