Test anticorpali per Sars Cov 2 su larga scala in tutta Italia, già 45.000 firme per Giuseppe Conte

MILANO - È partita a Pasqua dalla Lombardia - una delle aree più colpite - la petizione firmata congiuntamente da medici, professionisti e attori del terzo settore rivolta al Presidente del Consiglio. Nell’ultima settimana, il numero di firme raccolte si è raddoppiato, arrivando a toccare quota 45.000. La petizione, come sempre accade in questi casi, è partita senza grandi promotori o “sponsor”, ma conta tra i firmatari figure autorevoli e affidabili del tessuto cittadino milanese, lombardo e italiano. Questo riflette il sentimento collettivo nazionale: i cittadini non possono e non vogliono stare fermi e osservano attivamente e con partecipazione il lavoro di Regioni e Governo.

Relativamente all’infezione da Coronavirus Covid-19 «Noi cittadini, chiediamo al Presidente Conte una veloce implementazione di test sierologici, ossia l’identificazione rapida della presenza degli anticorpi specifici nel sangue. Benché non possa sostituire il tampone nella diagnosi precoce permetterebbe tuttavia di identificare con certezza i soggetti che sono venuti a contatto con il virus, indipendentemente dalla sintomatologia sviluppata, con una sensibilità diagnostica che a 15 giorni dal contagio raggiunge il 100%.»

La preoccupazione e il senso di impotenza tra i cittadini si fa sempre più forte - e lo dimostra la crescita esponenziale delle firme nelle ultime ore -, ma la petizione lanciata da Carla Garbagnati, Ilaria Galetti, Nicola Montano, Emilio Berti e Francesco Onida vuole essere una risposta attiva e una domanda diretta al governo perchè tamponi ed esami sierologici sono tra le poche armi a disposizione: «riteniamo di fondamentale importanza che i test anticorpali possano essere resi disponibili al più presto e rapidamente eseguiti su tutto il personale di tutte le strutture sanitarie ma anche su tutte le persone poste in isolamento domiciliare, oltre che sui loro contatti. Solo l’esecuzione su larga scala di questi test permetterà infatti una graduale e ragionata riapertura del nostro magnifico paese, mantenendo un’adeguata protezione dei soggetti più deboli e più a rischio.»
La petizione “TEST del SANGUE per il CORONAVIRUS”, pubblicata su change.org al link http://chng.it/7SM2gGBhsF ha come obiettivo quello di far arrivare la voce di tutti i cittadini italiani direttamente ai tavoli di governo, per accelerare processi decisionali così cruciali in questa situazione di emergenza.

Ecco il testo completo della petizione e dei suoi firmatari.

L’infezione da virus SARS-COV2, ai più noto come CORONAVIRUS, è stata fino ad ora diagnosticata solo attraverso il tampone naso-faringeo - mediante il quale viene rilevata la presenza del genoma virale (RNA) attraverso la sua amplificazione (PCR) in laboratorio - unica metodica diagnostica in grado di rilevare la presenza del virus sulle mucose respiratorie dopo sole 48 ore dal contagio. Ha però dimostrato una sensibilità pari solo a circa il 70%: il 30% dei soggetti contagiati, quindi, risulta negativo al primo tampone. Inoltre, la sensibilità del tampone scende al 45% se lo stesso viene eseguito con un ritardo di 15 giorni rispetto all’insorgenza dei sintomi. Noi cittadini, chiediamo al Presidente Conte una veloce implementazione di test sierologici, ossia l’identificazione rapida della presenza degli anticorpi specifici nel sangue. Benché non possa sostituire il tampone nella diagnosi precoce (gli anticorpi si formano in media dopo 10-12 giorni dal contagio) permetterebbe tuttavia di identificare con certezza i soggetti che sono venuti a contatto con il virus, indipendentemente dalla sintomatologia sviluppata, con una sensibilità diagnostica che a 15 giorni dal contagio raggiunge il 100%.

Il personale sanitario impegnato in prima linea negli ospedali, sul territorio e nelle case di cura, comprese le residenze per anziani, non è stato sottoposto al tampone in maniera sistematica (per carenza di tamponi, di reagenti, di laboratori attrezzati e di personale). Tutto ciò ha contribuito allo sviluppo di numerosi focolai di infezione negli ospedali, che hanno coinvolto medici, infermieri, operatori socio-sanitari, personale di supporto, soccorritori, e naturalmente anche pazienti ricoverati per altre ragioni, con numerosi decessi. Nella popolazione, inoltre, il tampone è stato eseguito solo sui soggetti che hanno sviluppato sintomatologia grave, per lo più respiratoria, tale da richiedere accesso in pronto soccorso, mentre per la gran parte dei soggetti sintomatici è stato unicamente previsto un periodo di isolamento domiciliare. Prima diretta conseguenza di tale strategia è un’importantissima sottostima dei soggetti contagiati, che nei fatti si è tradotta in un tasso di letalità enormemente superiore all’atteso (ad oggi quasi il 13%) e a quanto apparentemente verificatosi in altri paesi.

Fatte queste premesse, con la consapevolezza che il test sierologico non possa sostituire il tampone  - che resta comunque fondamentale sia per la diagnostica precoce che per identificare la non contagiosità dei soggetti guariti, per la quale è necessario documentare la scomparsa del virus dalle mucose respiratorie - riteniamo di fondamentale importanza che i test anticorpali possano essere resi disponibili al più presto e rapidamente eseguiti su tutto il personale di tutte le strutture sanitarie ma anche su tutte le persone poste in isolamento domiciliare, oltre che sui loro contatti. Solo l’esecuzione su larga scala di questi test permetterà infatti una graduale e ragionata riapertura del nostro magnifico paese, mantenendo un’adeguata protezione dei soggetti più deboli e più a rischio.

Carla Garbagnati, Ilaria Galetti, Nicola Montano, Emilio Berti, Francesco Onida, Mario Bassani, Barbara Boneschi, Stefano Cerri, Paola Cittadini, Francesco Crosti, Ilaria Li Vigni, Alberto Martinelli, Gianna Martinengo, Paola Pessina, Carlo Roccio, Silvia Tonolo.

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