TORINO - Il virus Covid-19 si sta, purtroppo, espandendo in maniera esponenziale. I contagi di oggi, giovedì 22 ottobre 2020, sono: 16.079. Il Governo ha una sola strada da perseguire: preservare la salute degli italiani. È un’epidemia subdola, rapida, e se poi vi aggiungiamo l’influenza stagionale, che metterà a letto milioni di italiani, il bilancio sarà pesantissimo nei mesi a venire. Sostanzialmente, differenziare il virus influenzale non sarà semplice poiché il quadro clinico iniziale è apparentemente simile tra i due virus.
È inutile e dannoso continuare con decreti e chiusure che non solo non contrastano efficacemente l'epidemia ma danneggiano l'intera economia italiana. Potenziare la rete assistenziale ospedaliera, monitorare le terapie intensive e aggiungere reparti non Covid - perché ricordiamoci che ci sono malati cardiopatici, dializzati e oncologici che hanno comunque diritto a una continuità assistenziale -. Il governo italiano deve utilizzare le ultime risorse economiche (che, purtroppo, scarseggiando) per mettere in atto sin da ora queste misure.
Occorreranno rapidità, intelligenza, equilibrio e soprattutto responsabilità per evitare il collasso dell’intero sistema sanitario nazionale. Al momento ricordiamoci che non disponiamo nemmeno di un vaccino, ma solo di farmaci che potrebbero migliorare l’esito dei casi più gravi della malattia. Dal punto di vista assistenziale, i medici di famiglia si troveranno ben presto davanti a uno scenario apocalittico, creato dalla mancata divisione tra influenza e Covid-19; e vi è, dunque, la necessità di potere disporre di test rapidi. Solo una diagnostica veloce ed efficace potrà consentire di gestire meglio questa emergenza planetaria.
La gestione del paziente malato tra le mura domestiche, con la pratica della sorveglianza attiva a distanza è assolutamente necessaria ed eviterà la saturazione degli ospedali e delle unità di pronto soccorso. I decisori dovrebbero prevedere un piano di assunzioni straordinarie, sia di medici di base sia di personale ospedaliero. L’attuale scenario, dell’epidemia da Coronavirus e della sua rapida evoluzione, ha fatto sì che ogni Regione adottasse disposizioni urgenti differenti e tutto questo, purtroppo, a discapito di moltissimi malati cronici che si sono visti dimezzare le possibilità di cura.
Sotto il profilo della logistica ospedaliera, la scarsa organizzazione, la mancanza di personale, e le poche direttive chiare rischiano di compromettere anche la qualità delle cure dei pazienti stessi. È ora di lasciarsi alle spalle interessi, discorsività politiche e polemiche sterili. Serve al più presto un piano nazionale univoco, con nuovi assetti organizzativi. Le battaglie si vincono solo ed esclusivamente con una strategia di azione mirata; è tempo di agire ora e adesso perché domani potrebbe essere tardi.
di Michela Farabella
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