Decameron e pandemia, 34 scrittori in cento giorni di tempo fermo

CASERTA - "Ekatomére. Racconti tra Decameron e pandemia", edito da Terra Somnia Editore, è un'antologia a 34 voci curata da Paola Bisconti. «Stava per finire l'inverno - dicono Alessia Guerriero e Paolo Miggiano, ideatori del progetto letterario - e, con il virus arrivò il lockdown. Da un giorno all'altro, le strade si fecero deserte, i negozi furono chiusi, la polizia, con gli altoparlanti gracchianti invitava a non uscire di casa, i parchi furono sbarrati.

Non sapevamo quanto sarebbe durato. Alle porte della primavera ci volevano convincere che tutto sarebbe andato bene. L'importante era stare buoni e rispettare le regole e molti, per esorcizzare le paure, si misero anche a cantare dai balconi. Il suggestivo selciato bagnato di Piazza di San Pietro a Roma ci sembrò il sagrato di un mondo fermo, attraversato da un uomo solo vestito di bianco. Venezia era senza acqua alta, ma insieme con Firenze, Milano e altre grandi città, era rimasta anche senza le persone, senza i turisti.

Chiusero quasi tutte le attività commerciali, tranne quelle di prima necessità, tante persone rimasero senza un lavoro, qualche sussidio dello Stato - arrivato pure tardi - e si sperava che finisse. Anche noi di Terra Somnia (la casa editrice che avevamo costituito pochi giorni prima) speravamo che durasse poco e decidemmo di lasciarne traccia di quel tempo fermo, imposto, di attesa. Lanciammo la nostra idea affinché gli scrittori lo raccontassero quel tempo, anche con la leggerezza che ritenevamo essere necessaria. Volevamo che oggi, come durante la peste del 1348 a Firenze, gli scrittori ci raccontassero le loro novelle. Ci hanno scritto in tanti e li ringraziamo tutti. Tra questi ne abbiamo selezionati trentaquattro, una rappresentanza simbolica di quella onesta brigata che, come nel Decameron del Boccaccio, ci ha raccontato i giorni di questa nuova pestilenza».

Ekatomére, dal greco "Ekato" (cento) e "Eméres" (giorni), raccoglie voci, emozioni, paure, prospettive di trentaquattro narratrici e narratori, storici e nuovi, che si sono messi in gioco per raccontare il contagio del silenzio e storie di antichi contagi, in epoca di Covid-19. Hanno firmato l'opera Vincenza Alfano, Vincenza D'Esculapio, Mariachiara Di Donato, Mauro Galliano, Daniela Merola, Gabriella Miele, Alessandro Polidoro, Maria Rosaria Selo, Stefania Squillante, Marianna Burlando, Marcello Buttazzo, Franca De Masi, Matteo Leo, Brizio Montinaro, Giancarlo Nicolaci, Maria Luisa Petruccelli, Alessandro Romano, Michle J. Ciervo, Valerio Finizio, Alessia Guerriero, Sergio Ievoli, Marilena Lucente, Paolo Miggiano, Daniela Volpecina, Pasquale Braschi, Alfonso Santamaria, Giuseppe Lagrasta, Enza Piccolo, Giorgio Sapegno, Manuela Romele, Alessandro Pernini, Andrea Medicina, Cristiano Massaro, Francesco Abate. Una narrazione corale e nazionale, con voci provenienti da tutto lo Stivale.

«Il nostro Ekatomére – aggiungono - lo abbiamo voluto considerare un'opportunità che ci ha consentito di raccogliere le idee, le suggestioni, le riflessioni su un tempo che è stato certamente diverso da quello che il futuro incerto ci riserverà, tutto da immaginare, tutto da vivere. La nostra allegra brigata, composta dei trentaquattro autori, guidati da Bisconti, con la sensibilità che l'ha caratterizzata, ha aperto delle finestre sul quotidiano della propria vita. E così, il potere salvifico della scrittura, nel suo fluire di prosa, diventa terapia del tempo non solo per gli scrittori, ma anche per chi leggerà i loro racconti».

Nel viaggio con le parole si incontrano emozioni, si ricordano tragedie, si sognano futuri arcobaleni. Niente, quando il tempo è fermo, è più importante del fermarlo per sempre sulla carta. Riconoscersi fra anni in quelle parole sarà la sfida della memoria, pregna di suggestioni e speranze.

di Nadia Verdile

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