Nino D’Angelo e neomelodici: altro fronte di discussione con Mafie e Media di Mario D’Amiano

NAPOLI - Mafie e media all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli. Giovedì 28 ottobre 2021, alle ore 16,30, presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, in via Monte di Dio, 14, sarà presentato il saggio Mafie e media di Mario D’Amiano, con prefazione del professore Isaia Sales per Giammarino Editore. Gli interventi, moderati dalla giornalista Tiuna Notarbartolo, saranno quelli dei relatori: Nicola Graziano (magistrato), Berardo Impegno (filosofo), Vincenzo Martongelli (scrittore), Isaia Sales (docente universitario e autore della prefazione del libro), Gino Giammarino (editore). L’incontro verrà inframmezzato dalle incursioni musicali di Argia di Donato, accompagnata dalla chitarra di Andrea Parente.

L’ingresso è subordinato al Green Pass. Mentre ancora infuria la polemica tra Nino D’Angelo e i neomelodici, capitanati dalla loro rappresentante Nancy Coppola, arriva nelle librerie il saggio Mafie e Media del giovane giornalista D’Amiano che aprirà sicuramente un altro fronte di discussione sulla controversa materia. Il testo, per la Giammarino Editore che gode della prefazione di Isaia Sales,  rappresenta l’esordio di D’Amiano come scrittore. Il libro, agile e intrigante, indaga il complesso rapporto che, in Italia, si tesse tra mafie e mezzi di comunicazione di massa, un rapporto ondivago, tanto da passare da un silenzio colpevole che addirittura nega le organizzazioni malavitose, fino all’opposto kitsch della ribalta di Canale 5 offerta da Barbara D’Urso al matrimonio della vedova di un boss con un cantante neomelodico.

«Se il giornalismo è il cane da guardia della democrazia -stigmatizza il giovane autore- in Italia non abbaia molto, e quando alza il volume rischia i morsi della mafia, pronta a imbavagliarlo con minacce o delitti. Nella classifica mondiale per la libertà di stampa del 2020, il Bel Paese è soltanto al 41° posto superato anche da nazioni africane come Botswana e Burkina Faso».

L’interrogativo di fondo che anima la ricerca e l’excursus storico è se sia un bene o un male parlare tanto di camorra, mafia, ‘ndrangheta, rappresentarle in film e fictions, approfondirne aspetti in programmi d’informazione. Qual è il limite tra l’utilità delle notizie per nutrire le coscienze e quale, invece, il rischio d’emulazione di comportamenti sbagliati e spettacolarizzati. Uno degli assunti delle scienze della comunicazione è che non si può non comunicare. Di qui il tentativo di capire come le mafie utilizzino i media, sia comprandone i silenzi, sia riuscendo a far passare messaggi funzionali alle loro strategie.

Il libro ha in coda un’intervista a Massimo Giletti, uno dei giornalisti più attenti a queste tematiche, verso le quali ha mantenuto quel sano sentimento d’indignazione che sempre dovrebbe animare chi tratta questi argomenti.

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