VENEZIA - La Biennale di Venezia esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Peter Brook. Maestro del teatro del 900 e protagonista della scena internazionale fino ai nostri giorni, alla Biennale Teatro Peter Brook era stato presente fin dal 1957 con Titus Andronicus, protagonisti Laurence Olivier e Vivien Leigh, uno dei suoi primi innumerevoli Shakespeare destinati a lasciare il segno; seguono nel 1972 A Midsummer Night Dream e nel 2002 La tragédie d’Hamlet; in mezzo uno dei suoi spettacoli più originali, The Ik, invitato alla Biennale Musica e Teatro del 1976 sotto la guida di Luca Ronconi.
Indiscusso uomo di palcoscenico, Peter Brook ha incrociato il suo sapere con il linguaggio del cinema, come testimoniano le diverse presenze alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, dove è invitato nel 1968 con Tell me Lies – A Story About London, riproposto nel 2012 nella sezione “Venezia classici restaurati”; nel 1989 con il film tratto dal monumentale spettacolo Mahabharata; nel 2009 con il lungometraggio Negli occhi, con cui vince la menzione speciale “Opera prima”; infine nel 2012 con The Tighthrope, in cui si alza il sipario sul suo lavoro per entrare nella sfera di intimità di un laboratorio, in un’esperienza filosofica, sulla corda tesa: “Come si fa a rendere il teatro reale? È così facile ricadere nella tragedia o nella commedia. Quel che più conta è camminare esattamente sul filo del rasoio della corda dell’acrobata” (Peter Brook).
Il Presidente, il direttore generale, i direttori del Settore Teatro, il Consiglio d’amministrazione a nome della Biennale tutta esprimono alla famiglia di Peter Brook il loro più profondo cordoglio.
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