Comunicazione del personale sanitario con i pazienti Lgbt+

ROMA - Molti organi di informazione italiani hanno trattato l'argomento che segue a proprio piacimento, con le modalità che meglio hanno desiderato; anche in base a quali parti politiche, civili o sociali difendere, o, a loro modo, tutelare, dare conto. CinqueW News pubblica, invece, oggi, così come sono, alcune parti delle Linee di indirizzo per la comunicazione del personale sanitario con i pazienti Lgbt+, documento approvato in seduta plenaria dall’Osservatorio dedicato alla Medicina di Genere dell'Istituto Superiore di Sanità, il 13 giugno 2023.

La redazione è stata a cura del gruppo di lavoro “Diseguaglianze di salute legate al genere” con la collaborazione dei/delle seguenti esperti/e: dottore Francesco Garzillo, Asl Napoli 1 Centro, Napoli; dottore Matteo Marconi, Centro di Riferimento per la Medicina di Genere, Istituto Superiore di Sanità, Roma; dottoressa Marina Pierdominici, Centro di Riferimento per la Medicina di Genere, Istituto Superiore di Sanità, Roma; professore Paolo Valerio, Università degli studi di Napoli “Federico II”, Napoli.

Chi sono le persone Lgbt

Lgbt è l’acronimo, derivato dall’inglese lesbian, gay, bisexual, e transgender che, a partire dagli anni Novanta del XX secolo, è impiegato per indicare le persone che non si riconoscono come cisgender e/o eterosessuali e che si identificano come lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Al  fine di rendere l’acronimo più inclusivo è stato aggiunto il simbolo + per riferirsi alle persone intersex, gender diverse, genderqueer, genderfluid, asessuali. Sebbene gli atteggiamenti sociali nei confronti delle persone Lgbt+ siano cambiati notevolmente negli ultimi anni, le persone Lgbt+ sono ancora molto spesso vittime di discriminazioni, esclusione, molestie e mancato accesso a pari opportunità. In particolare chi si trova al crocevia dell'appartenenza a più minoranze è maggiormente esposto a tale rischio; pensiamo a titolo esemplificativo, ma non esaustivo, allo stress a cui può essere esposta una persona transgender, di colore, appartenente a un ceto sociale basso e proveniente da un’area geografica rurale.

LA COMUNICAZIONE DEL PERSONALE SANITARIO CON LE PERSONE LGBT+

Una comunicazione efficace tra professionisti che lavorano in ambito sanitario e utenti rappresenta un aspetto critico fondamentale di ogni interazione in ambito assistenziale. In particolare, nell’interazione medico-paziente uno scambio appropriato di informazioni è alla base di un corretto processo diagnostico e di interventi clinici efficaci. Infatti, la relazione che si stabilisce tra medico e paziente, e più in generale tra personale sanitario e utente, condiziona la qualità delle cure prestate e il livello di compliance dell’utente.

Di seguito alcune raccomandazioni generali sempre valide nella comunicazione:

1) Utilizzare un linguaggio neutro, così da lasciare all’utente la possibilità di esprimersi e definire liberamente se stesso, il proprio orientamento sessuale, il proprio mondo relazionale.

2) Mantenere un atteggiamento non giudicante sia nel linguaggio verbale sia in quello non verbale. Attraverso la comunicazione non verbale si può mostrare disapprovazione o sorpresa con la stessa facilità con cui si manifesta attraverso la comunicazione verbale. Stabilire un contatto visivo con l’utente e mantenere un’espressione accogliente.

3) Acquisire familiarità con i termini comunemente utilizzati da e in riferimento alla popolazione Lgbt+. Ad esempio, la parola gay dovrebbe essere utilizzata come aggettivo e non come sostantivo (la persona gay e non il gay). A riguardo un glossario è fornito alla fine del documento. Chiedere al paziente di chiarire il significato di eventuali termini con i quali non si ha familiarità, oppure ripetere il termine utilizzato dal paziente aggiungendo la propria comprensione del suo significato; questo può essere utile a non incorrere in problemi di comunicazione.

4) Evitare di desumere l’orientamento sessuale di una persona in base al suo aspetto, al sesso assegnato alla nascita o alla sua identità di genere. Il paziente è l'unica persona che può determinare il proprio orientamento sessuale.

5) Porre esclusivamente domande pertinenti al motivo della visita del paziente evitando di chiedere informazioni non necessarie. Prima di fare una domanda, valutare se quest’ultima contribuisca a migliorare la cura del paziente o se sia semplicemente formulata per curiosità personale. Se una domanda è posta per curiosità personale, è meglio evitarla perché inappropriata.

Un elenco di buone pratiche:

- Non dare per scontato che i pazienti siano eterosessuali;

- Assumere un atteggiamento affermativo di fronte al coming out del paziente non eterosessuale;

- Rispettare le famiglie arcobaleno;

- Raccomandazioni circa la raccolta dell'anamnesi focalizzata su comportamenti sessuali.

Qualsiasi persona che acceda a un servizio sanitario può identificarsi come gay, lesbica, bisessuale, asessuale o più in generale con un orientamento sessuale non eterosessuale. Nel corso dell’incontro sanitario/paziente, porre delle domande aperte e inclusive durante la raccolta della storia clinica del paziente dimostra ai pazienti Lgbt+ che il sanitario non presume che la persona sia eterosessuale e che ha un atteggiamento inclusivo nei confronti delle persone che hanno un orientamento sessuale non eterosessuale e che è pronto a discutere di questioni relative al loro orientamento sessuale che potrebbero essere rilevanti per lo stato di salute della persona interessata.

Esempi di domande sufficientemente aperte e inclusive:

Invece di È sposato? utilizzare Ha una relazione?

Invece di Ha una fidanzata/fidanzato? utilizzare Ha uno o più partner?

Invece di Come si chiama suo/a marito/moglie? utilizzare Come si chiama/chiamano il/i suo/suoi partner?

Domande affermative:

Qualcuno tra i suoi amici sa che lei è una persona lesbica/gay/bisessuale/asessuale?

Ha parlato del suo orientamento sessuale con qualcuno nella sua cerchia di amici o in famiglia?

Come vanno le cose per lei da quando ha dichiarato il suo orientamento sessuale?

Ha avuto esperienze negative da quando ha comunicato agli altri il suo orientamento sessuale?

Ci sono persone lesbiche/gay/bisessuali/asessuali con cui si sente libero di parlare? Sono per lei di supporto?

Ci sono questioni di cui vorrebbe parlare con me relative al suo orientamento sessuale?

Noi di CinqueW News abbiamo preferito presentarvi questo tema (solo una piccola parte) in tale modo. I commenti confondono le idee a chi deve capire bene e poi attivarsi.

di Giuseppe Rapuano

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