Carabinieri di Bari sul luogo della sparatoria |
MOLFETTA - I carabinieri della compagnia di Molfetta (Ba) hanno eseguito una misura cautelare custodiale, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bari su richiesta della locale procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 2 persone indagate per detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa. Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) è stato possibile far luce sulle fasi e sulle motivazioni dell’omicidio di Antonia Lopez e sui contestuali tentati omicidi di Eugenio Palermiti, Francesco Crudele, Davide Rana e Gianmarco Ceglie, fatti avvenuti a Molfetta la notte del 22 settembre 2024, all’interno della discoteca “Bahia Beach”, attribuiti tutti al giovane Michele Lavopa, attualmente in stato di custodia cautelare per tali fatti.
Lavopa con la pistola che deteneva sparò in mezzo alla folla di giovani presenti
Nel corso di quella serata, un folto gruppo di giovani baresi (tra i quali vi era Eugenio Palermiti, nipote dell’omonimo nonno, gravato da precedenti penali per associazione a delinquere di stampo mafioso, nonché figlio di pluripregiudicato e attualmente detenuto per il duplice agguato mafioso verificatosi a Bari il 24 settembre 2018, in cui morì Walter Rafaschieri e rimase gravemente ferito suo fratello Alessandro) accedeva senza pagare e con prepotenza all’interno della discoteca, sfondando la linea di sicurezza gestita da alcuni buttafuori. Il predetto gruppo, una volta entrato, incrociava la comitiva di Michele Lavopa, costituita sempre da giovani baresi, con la quale vi erano pregressi dissapori. Secondo la ricostruzione dei fatti accolta dal Gip (e comunque soggetta alle successive verifiche nel contraddittorio delle parti), la situazione degenerava rapidamente e Palermiti portava la mano alla cintura, o alla tasca, inducendo Lavopa a estrarre la pistola che deteneva e aprire il fuoco in mezzo alla folla di giovani presenti.
Acquisiti gravi indizi anche a carico di Eugenio Palermiti
Tra i bersagli dei suoi colpi c’erano Antonia Lopez, che si trovava in compagnia di Palermiti e che decedeva poco dopo, quest’ultimo e tre suoi amici, Francesco Crudele, Davide Rana e Gianmarco Ceglie, rimasti gravemente feriti e ricoverati presso il Policlinico di Bari. Le prime indagini consentirono di ottenere un grave quadro indiziario a carico di Lavopa, ma il seguito delle investigazioni permetteva di acquisire gravi indizi anche a carico di Eugenio Palermiti e, in particolare, in ordine al fatto che, quella notte, anche lui fosse armato, all’interno del locale “Bahia Beach”. Dopo la sparatoria, l’arma veniva occultata e non più rinvenuta. Ma le indagini hanno permesso anche di ricostruire un grave quadro indiziario a carico di Palermiti in ordine alla detenzione di altre due armi da sparo, una delle quali era stata introdotta, diversi mesi prima dall’evento in questione e con la complicità dell’amico Saviano Parisi jr (nipote di Savino Parisi, noto capo dell’omonimo clan di Bari, condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso), all’interno del locale “Divinae Follie” di Bisceglie, nel corso di una serata danzante; in tale occasione, grazie alla compiacenza di alcuni buttafuori, i due erano riusciti a nascondere l’arma, eludendo un controllo in atto delle forze di polizia.
Rampolli di famiglie storicamente inserite in contesti di criminalità
Va sottolineato il fatto che le vicende oggetto delle indagini si inquadrano in un più vasto e allarmante fenomeno, costituito dall’abitudine dei giovani frequentatori di luoghi di ritrovo di Bari e località vicine, per lo più rampolli di famiglie storicamente inserite in contesti di criminalità, di recarsi armati, disposti a confrontarsi apertamente e sfacciatamente con altri gruppi, allo scopo di affermare la propria caratura ed incutere timore e soggezione anche in coloro che, pur frequentando gli stessi luoghi, sono estranei alle logiche malavitose. Altro aspetto da porre in risalto è la facilità con cui le armi vengono introdotte all’interno dei locali notturni. È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.
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